Operazione "Centauro". Sgominata banda specializzata in furti in abitazione ai danni di anziani.
All’alba di oggi, nelle Province di Cuneo e Torino, i Carabinieri del Comando Provinciale di Cuneo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Asti su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di 4 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo di furti in abitazione, ricettazioni e falsificazione di targhe.
Contestualmente, alla misura cautelare personale è stata data esecuzione anche ad un decreto di perquisizione, disposto nei confronti di 7 persone, ritenute contigue agli indagati.
Il provvedimento restrittivo scaturisce da una complessa attività di indagine, convenzionalmente denominata “CENTAURO”, avviata nell’agosto 2022 dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Cuneo, coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica Dott. G.F., i cui esiti hanno permesso di comprovare l’operatività di un gruppo di ladri, con base tra Carmagnola e Villafranca Piemonte e attivo nelle province di Cuneo e Torino.
Da sottolineare come gli stessi fossero in grado di operare in una molteplicità di luoghi, dimostrando una non comune padronanza del territorio.
I centri nei quali sono stati commessi i reati oggi in contestazione sono: Saluzzo (CN), Borgo San Dalmazzo (CN), Fossano (CN), Racconigi (CN), Pralormo (TO), Rivalta di Torino (TO), Rosta (TO), Torre Pellice (TO), Volpiano (TO), Piasco (CN), Magliano (CN), Revello (CN), Chivasso (TO), Baldissero Torinese (TO), Govone (CN), Poirino (TO), Cafasse (TO), Caraglio (CN), Neive (CN), Bricherasio (TO), Envie (CN), Carmagnola (TO), Villafranca Piemonte (TO), Villanova Mondovì (CN).
Le investigazioni, in particolare, hanno dimostrato come gli indagati operassero tanto con la tecnica del falso operatore di società di utility, accedendo così all’interno delle abitazioni di ignari anziani, raggirandoli e derubandoli dei risparmi, quanto, più semplicemente, introducendosi, previa effrazione, nelle case lasciate incustodite, anche per breve tempo, dai proprietari ed appropriandosi di contanti, gioielli, apparecchiature elettroniche ed altro.
La tecnica utilizzata per raggirare le anziane vittime era ben collaudata: presentatisi alla porta indossando un falso cartellino di identificazione, riferivano che erano in corso la riparazione delle linee elettriche e che, per via di particolari operazioni da eseguire all’interno dell’abitazione, sarebbe stato più sicuro raccogliere il denaro ed i preziosi all’interno di una borsa per non danneggiarli: quindi, approfittando del primo momento di distrazione delle vittime, si impossessavano del bottino scappando rapidamente a bordo di scooter.
Negli altri casi, invece, gli indagati, che giungevano sul luogo dei furti sempre a bordo di auto di grossa cilindrata, dopo essersi assicurati circa l’assenza dei proprietari, riuscivano ad accedere all’interno forzando molto rapidamente le porte di ingresso o, più frequentemente, una delle finestre e facevano razzia di ciò che trovavano, trattenendosi all’interno solo pochi minuti. Spesso per allontanarsi con il bottino più comodamente, riponevano la refurtiva all’interno di federe di cui si impadronivano durante il furto. In alcuni casi gli stessi riuscivano, verosimilmente con dei telecomandi clonati, ad aprire i cancelli elettrici, assicurandosi, così, una più comoda via di fuga.
Sono in atto ulteriori accertamenti volti a reperire elementi ulteriori, anche di segno contrario, rispetto a quelli sino ad ora raccolti, a favore, quindi, degli indagati, da presumersi innocenti sino a quando non sarà pronunciata sentenza definitiva di condanna.
L’operazione costituisce una sia pur parziale risposta alla crescente preoccupazione della popolazione locale, ed alla correlativa richiesta di incremento della sicurezza, per dei fenomeni, quello dei furti in abitazione e delle truffe in danno di anziani, che non conosce crisi alcuna e che rappresenta una piaga sociale che attanaglia il territorio.