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DIA 2016/2 - CAMORRA E RIFIUTI IN TOSCANA

–Toscana In Toscana la  camorra appare variamente distribuita, con insediamenti più significativi in Versilia e nella provincia di Prato. L’organizzazione mira a mantenere un profilo basso, senza ricorrere ad azioni criminali che possano destare clamore e quindi sollecitare l’attenzione degli inquirenti. Sul territorio operano  sodalizi casertani e  clan napoletani, che gestirebbero - senza apparenti conflitti - le attività illecite. Tra queste, l’illecito smaltimento dei rifiuti -  business in cui la  camorra ha assunto negli anni un’elevata specializzazione- si conferma un settore di riferimento anche sulla Toscana. È quanto si rileva da un’indagine, già richiamata nell’analisi introduttiva al presente capitolo, conclusa nel mese di settembre dalla Guardia di Finanza. Le investigazioni391,  che hanno portato all’arresto di sei persone, al sequestro di beni per 7 milioni di euro e all’emissione di 8 interdittive dell’esercizio della professione, hanno accertato la natura dei rapporti affaristici, ormai consolidati, tra imprenditori toscani ed esponenti del  cartello dei CASALESI -  gruppi SCHIAVONE-ZAGARIA, finalizzati all’illecito smaltimento di rifiuti industriali. Non a caso, presso le aziende oggetto delle indagini sono state individuate 80.000 tonnellate di rifiuti smaltiti in modo illegale. È stato, invece, eseguito a fine ottobre dall’Arma dei Carabinieri l’arresto, a Firenze, di un soggetto originario della provincia di Caserta, intraneo al  clan dei CASALESI, con la contestuale denuncia di altre tre persone.
Il soggetto è stato accusato di associazione di tipo mafioso e intestazione fittizia di beni, mentre gli altri tre di impiego di denaro di provenienza illecita, aggravato dalle finalità mafiose. Al centro della vicenda la compravendita di una struttura di ristorazione fiorentina.

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