Ogni anno si ripete. È un vero e proprio sterminio, incendio dopo incendio, albero dopo albero. Un attacco micidiale alla natura del nostro Paese che subiamo passivamente. Così non è possibile, non possiamo lasciare migliaia e migliaia di ettari di bosco andare in fiamme.
Abbiamo un apparato militare di prim’ordine, con sistemi satellitari e droni che forse andrebbero utilizzati visto lo stato di guerra in cui ci troviamo. Dobbiamo specializzare meglio il nostro sistema investigativo e fare in modo che si possa contare su un apparato di polizia efficace, attualmente privo di modelli organizzativi e mezzi tecnologici adeguati.
La magistratura va specializzata in questo tipo di attività investigativa, come è stato fatto per altri importanti fenomeni. Penso al terrorismo, alla mafia, ai reati contro la Pubblica amministrazione ecc. Dobbiamo poter contare su magistrati qualificati e pronti ad agire per raggiungere risultati che fino ad adesso sono stati obiettivamente striminziti.
Sull’antincendio bisogna cambiare passo. Anche in questo ambito bisogna avvalersi del nostro apparato militare. Gli elicotteri dell’esercito, ad esempio, con poco possono diventare strumenti antincendio. Allo stesso tempo va rivisto radicalmente, Regione per Regione, il sistema di prevenzione che funziona poco e male. Mezzi, risorse e personale sembrano inermi, scoordinati e senza quella capacità progettuale che un conflitto di questo tipo richiede.
Le norme penali ci sono e sono anche pesanti. Sappiamo che in questo ambito agisce di tutto: dal mitomane a chi pensa di trovare lavoro nella riforestazione, da chi per pulire il proprio campo dà fuoco alle sterpaglie ad alcuni pastori che bruciano pensando di rifar rinascere presto un prato verde. Ma sappiamo anche che un ruolo importante viene ricoperto dalla criminalità organizzata e dalle mafie. Quando vengono appiccati fuochi contemporaneamente, da più punti ed in posti così lontani è evidente l’esistenza di organizzazioni che agiscono in modo strategico.
Abbiamo scoperto, attraverso l’esperienza del Parco dei Nebrodi, che nella “mafia dei terreni” insistono interessi milionari. Abbiamo compreso che è necessario utilizzare in questa sfida i reparti specializzati delle forze dell’ordine per il controllo del territorio, come quello dei Cacciatori, ma anche sofisticate indagini patrimoniali. E i primi risultati sono già arrivati.
Lo stesso dobbiamo fare sugli incendi boschivi per andare alla causa del problema, colpire penalmente e patrimonialmente i piromani e i boss con sequestro e confisca di tutti i loro beni. Insomma, in questa guerra tutti dobbiamo fare la nostra parte. Così anche sul piano culturale dobbiamo investire sempre di più sull’educazione e sul rispetto dell’ambiente. In questo modo riusciremo ad evitare che si continui a subire e si possa finalmente passare all’attacco con una strategia corale ed efficace. Sino a vincere questa vera e propria guerra.
Giuseppe Lumia
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...