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DIA 2016/2 - COSA NOSTRA IN TOSCANA

–Toscana -
Nell’intento di perseguire illeciti guadagni, l’influenza di  cosa nostra in Toscana non si fonda sul canonico controllo del territorio ma, grazie alla spiccata capacità di mimetizzazione, si sviluppa attraverso tentativi di condizionamento della gestione pubblica, finalizzati soprattutto all’ingerenza negli appalti ed alla infiltrazione dell’economia. Tale strategia risponde, con forme sempre più sofisticate, alla precipua volontà di soggetti affiliati o contigui di non destare allarme sociale. Le attività di contrasto concluse nel tempo hanno rilevato presenze di soggetti vicini ad organizzazioni criminali di matrice siciliana, integrati nel tessuto sociale, dediti prevalentemente al reinvestimento di capitali illeciti, avvalendosi anche di figure professionali dotate di competenze specifiche in campo finanziario e tributario. Giova segnalare che, nel semestre in esame, è stato sottoscritto un protocollo
per la gestione di una tenuta agricola definitivamente confiscata, un tempo appartenuta ad un personaggio ritenuto vicino a  cosa nostra. L’iniziativa, avviata d’intesa tra gli Enti territoriali firmatari, si propone di avviare un progetto pilota di agricoltura sociale, al fine di rendere l’azienda un modello innovativo di impresa per la gestione dei beni confiscati alla criminalità.

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