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L’Aquila: operazione antidroga, arrestate 11 persone

Operazione antidroga, questa mattina, della squadra mobile di L’Aquila nei confronti di 11 persone: 10 italiani e un cittadino senegalese sono stati arrestati per cessione di stupefacente mentre altre 5 persone sono ancora ricercate.
L’indagine prende spunto dalla recente morte di un aquilano a causa di una probabile overdose da eroina. Gli investigatori hanno scoperto una rete di spacciatori composta da cittadini italiani, gambiani e senegalesi ritenuti responsabili di numerosi episodi di cessione di stupefacenti tra L’Aquila, Pescara e Roma.
Attribuire chiare e precise responsabilità per ciascun indagato è stato il compito degli investigatori che, anche grazie alle intercettazioni telefoniche e ai riscontri dei numerosi servizi di osservazione, sono riusciti a mettere in luce l’attività illecita degli indagati e il linguaggio cifrato usato dagli stessi.
Con “due panini” si indicavano due dosi di eroina, o anche “un tavolo da quattordici e uno da otto” sempre per indicare i quantitativi di droga da acquistare, etc.
È stato dimostrato come gli indagati abbiano immesso, nel “mercato aquilano”, grossi quantitativi di eroina rifornendosi a Roma dove si recavano quasi tutti i giorni, utilizzando sia autovetture che mezzi di trasporto pubblici.
L’incontro con rifornitori stranieri avveniva in un quartiere sud della periferia romana in cui i pusher, nonché consumatori, acquistavano lo stupefacente al costo di 50 euro al grammo; rientrati a L’Aquila ne consumavano una parte e rivendevano il resto assicurandosi così la disponibilità economica per i successivi acquisti.
Gli investigatori sono riusciti anche a dimostrare come in molte occasioni, gli stessi rifornitori stranieri partivano da Roma per consegnare la droga a L’Aquila.
In particolare, un indagato gambiano aveva preso in affitto un appartamento in città nel quale conservava la droga trasportata da Roma e destinata alla distribuzione al dettaglio.
Le indagini, inoltre, hanno messo in luce il concreto pericolo rappresentato dalla scarsa qualità dell’eroina che veniva spacciata.
In alcune occasioni, provocava dei malori, tanto da far preoccupare gli stessi acquirenti spacciatori che si lamentavano con il rifornitore straniero perché l’eroina era stata “tagliata male”.

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