LEGIONE CARABINIERI VENETO Comando Provinciale di Verona COMUNICATO STAMPA ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO, ASSOCIAZIONE FINALIZZATA AL TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI ED ESTORSIONI: [19] ORDINANZE CAUTELARI TRA VENETO E PUGLIA. Nelle prime ore della mattinata, nelle province di Verona e Bari, una vasta operazione dei carabinieri, che ha visto coinvolti centinaia di militari dei Comandi Provinciali di Verona e Bari, con il supporto dei reparti territorialmente competenti, dei Nuclei Elicotteri di Bolzano e Bari nonchè dei nuclei cinofili di Torreglia (PD), Bologna e Bari, ha permesso di dare esecuzione a [19 ] provvedimenti cautelari nei confronti di altrettante persone, per le quali è stato possibile evidenziare gravi indizi di responsabilità in ordine ai reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti tra la Puglia e il Veneto, aggravata dalla disponibilità di armi, nonché minacce, estorsioni e spaccio al dettaglio di droga. 1 I provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. del Tribunale di Venezia, su richiesta della Procura della Repubblica di Venezia - Direzione Distrettuale Antimafia, guidata dal Procuratore dott. Bruno CHERCHI, che ha diretto le indagini, sviluppate dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Verona, al cui esito sono emersi gravi elementi di esistenza di un articolato sodalizio criminale, attivo a Verona, dedito ai suindicati reati. Le indagini, avviate nel novembre 2016 dal Nucleo Investigativo di Verona a seguito di un tentativo di estorsione denunciato da un soggetto residente nel capoluogo scaligero, sono state sviluppate con complesse attività tecniche, successivamente supportate e riscontrate con le più tradizionali indagini di Polizia Giudiziaria. Quanto diretto dalla DDA di Venezia ha permesso di individuare la presenza nel territorio scaligero di un sodalizio criminale pugliese, con soggetti residenti a Verona, uno dei quali ritualmente affiliato ad un clan operante nel barese in posizione tale da permettergli di poter a sua volta costituire una nuova compagine delinquenziale attraverso nuove affiliazioni. L’attività d’indagine ha consentito di raccogliere gravi indizi a carico degli indagati, tutti residenti tra Verona e Bari, documentando un’associazione dedita prevalentemente al traffico di sostanze stupefacenti e alle estorsioni nei confronti di corregionali, anche mediante numerosi recuperi di droga, arresti in flagranza, ritardati arresti e sequestri nonché pedinamenti e perquisizioni. L’indagine ha consentito di documentare la presenza in Verona da decenni di un esponente di spicco di un noto clan barese, il quale, mantenendo costanti contatti con i referenti del clan pugliese di appartenenza, si è adoperato nel capoluogo scaligero per costituire: un sodalizio criminale gerarchicamente organizzato, che coinvolge diversi nuclei familiari e dedito principalmente al traffico di sostanze stupefacenti, che, al fine di mantenerne il pieno controllo sulla piazza veronese, non lesinava di minacciare eventuali, nuovi concorrenti stranieri. Tale compagnie era caratterizzata da regole di mutua assistenza economica e dalla concreta disponibilità di armi; un sicuro canale di approvvigionamento della sostanza stupefacente da Bari mediante l’opera di veri e propri corrieri su bus di linea dalla provincia di Bari a Verona, allorquando non era possibile utilizzare l’altra modalità di trasferimento ossia quello mediante inconsapevoli spedizionieri, sempre dalla Puglia, di pezzi di ricambio di autoveicoli, all’interno dei quali veniva celata la droga (marjuana e cocaina). Quest’ultima modalità prevedeva, poi, a Verona, il prelevamento del pacco da ignaro meccanico, che veniva sistematicamente e gravemente minacciato dal sodalizio criminale. 110 nel capoluogo scaligero (6 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) e 9 nelle province di BARI/BAT (5 in carcere e 4 agli arresti domiciliari).
Comando Provinciale di Reggio Emilia - Reggio Emilia , 21/11/2025 13:42 Nonostante i continui inviti a diffidare dagli estranei ad opera dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia - che al riguardo hanno anche più volte ricordato i consigli della campagna antitruffa “Non aprite quella porta” – non si fermano i truffatori che con pretestuose richieste o controlli raggirano e derubano gli anziani dei loro averi. Proprio questo è accaduto il 20 novembre scorso a Reggiolo, quando due uomini intorno alle 13:00 circa, suonavano al citofono di casa di un’anziana 81enne, e qualificandosi come operatori sanitari, riferivano all’anziana donna che le avrebbero dovuto effettuare una visita domiciliare. I due falsi operatori sanitari dunque, avuto accesso all’abitazione, con artifizi e raggiri, si impossessavano di due collanine in oro di grande valore affettivo, custodite su un mobile della cucina, e successivamente si dileguavano immediatamente. L’anziana d...
