Passa ai contenuti principali

Confiscati beni per un valore di oltre 215 milioni di euro

Comando Provinciale Reggio Calabria

La Guardia di Finanza - nelle sue componenti specialistiche e investigative del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, del Nucleo Speciale Polizia Valutaria e del Comando Provinciale Reggio Calabria - dalle prime ore di stamattina ha dato esecuzione in Calabria e in Campania, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica reggina, diretta dal Dott. Giovanni Bombardieri, al provvedimento del Tribunale di Reggio Calabria - Sezione Misure di prevenzione, presieduto dalla Dott.ssa Ornella Pastore, con cui è stata disposta nei confronti del noto imprenditore A. A. (classe 1943) l’applicazione delle seguenti misure di prevenzione, personali e patrimoniali:
  • sorveglianza speciale di P.S., per la durata di tre anni, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza o di dimora abituale;
  • la confisca del patrimonio allo stesso riconducibile, dato dal compendio aziendale di 2 imprese, dalle quote di 4 società di capitali e di una società di persone, 85 unità immobiliari, 46 rapporti finanziari personali e aziendali nonché di denaro contante per quasi un milione di euro, il tutto per un valore stimato pari a circa 215 milioni di euro.
Tale provvedimento si fonda sulle risultanze acquisite a seguito dell’operazione “BUCEFALO” condotta dai suddetti Reparti della Guardia di finanza, nell’ambito della quale, nel mese di marzo 2015, A. A. era stato raggiunto da un’ordinanza impositiva della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. di Reggio Calabria.
Proprio in relazione a tali vicende, si stanno celebrando in questi giorni presso il Tribunale di Palmi le fasi finali del processo che vede costui imputato per il reato, tra gli altri, di cui all’art. 416-bis c.p., in quanto ritenuto partecipe alle attività illecite di una cosca di ‘ndrangheta operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria. In particolare, come evidenziato nella anzidetta ordinanza, l’A. “non è un imprenditore vittima, non è stato e non è costretto a favorire la cosca. Al contrario, è un soggetto storicamente legato ai componenti di vertice della famiglia Piromalli, da Don P. cl. 21 fino a P. P. cl. 45 (…) ed è, dunque, un soggetto intraneo che si presta da oltre venti anni, volontariamente e consapevolmente, al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della predetta cosca, così creando e sviluppando, nel tempo, solide cointeressenze economiche, accompagnate da ingenti investimenti commerciali nel territorio di Gioia Tauro (un esempio per tutti la realizzazione del parco commerciale ANNUNZIATA). Annunziata, in definitiva, è da ritenere partecipe della cosca, rappresentandone (…) il «cuore imprenditoriale»”.
È emersa, quindi, l’esistenza di un indissolubile rapporto di cointeressenza economico-criminale tra A. A. e la cosca P., che sarebbe nato sin dalla Guardia di Finanza Servizio Centrale Investigazione C.O. Nucleo Speciale Polizia Valutaria Comando Provinciale Reggio Calabria prima metà degli anni ’80 e si sarebbe definitivamente sviluppato tra la fine del medesimo decennio e i primi anni ’90, proseguendo ininterrottamente fino all’attualità.
La risalenza nel tempo del rapporto di contiguità con la cosca P. ha trovato riscontro in dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia nonché nella complessa e articolata attività investigativa svolta dagli investigatori della Guardia di finanza, anche mediante intercettazioni telefoniche e ambientali. Sintomatica dello stretto rapporto di contiguità è la conversazione, captata in modalità ambientale, in cui A., dialogando all’interno della propria autovettura con la moglie D. e passando davanti a una proprietà della famiglia P. nei pressi del cimitero di Goia Tauro, raccontava alla propria consorte di quando si era più volte recato a trovare “Peppe il vecchio” quando quest’ultimo - all’epoca latitante (già ricercato nel luglio 1979 e tratto in arresto nel 1984) - si trovava all'interno di una baracca a giocare a carte con altri amici.
A., pertanto, sarebbe stato un punto di riferimento fondamentale per le attività economiche della cosca P., svolgendo anche il ruolo di “garante ambientale” per gli imprenditori interessati a operare presso l’omonimo centro commerciale, che a lui si rivolgevano nella consapevolezza del suo collegamento con la citata cosca.
Il Tribunale reggino ha così potuto supportare, sulla scorta delle risultanze investigative, tanto il profilo della pericolosità sociale “qualificata” (per fatti di mafia) del proposto quanto l’origine illecita dei fondi investiti nella “impresa mafiosa”, sulla scorta della sproporzione tra gli investimenti effettuati nel tempo e le sue potenzialità economiche, essendo stato accertato come l’A. godesse di ingentissime disponibilità finanziarie del tutto non in linea con i redditi dichiarati.
Proprio sotto il profilo della disponibilità di beni, gli inquirenti non solo hanno individuato gli asset patrimoniali di cui A. A. era titolare ma hanno anche raccolto dati oggettivi e concreti per poter ritenere che il proposto, al di là della loro formale intestazione, ne fosse l’effettivo dominus.
Nel dettaglio, in esecuzione del decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria è stato confiscato ad A. A. e al suo nucleo familiare il seguente patrimonio:
  • intero patrimonio aziendale della ditta individuale A. A., con sede legale in Gioia Tauro (RC) e unità locale in Vibo Valentia, S.S. 18 - località Spoletino;
  • intero patrimonio aziendale della A. S.r.l., con sede legale in Gioia Tauro (RC), ivi incluso il noto centro commerciale “A.” di Gioia Tauro (RC);
  • quote societarie della ANNUNZIATA S.r.l., della A. GROUP S.r.l., della S. S.p.A., della G. S. S.r.l., tutte con sede legale in Gioia Tauro (RC), e della C. A. DI A. A. & C S.n.c., con sede legale in San Giuseppe Vesuviano (NA);
  • 85 beni immobili, tra ville, appartamenti, locali commerciali e terreni, siti nelle province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Napoli;
  • 46 rapporti finanziari personali o aziendali;
  • denaro contante, per un importo pari a quasi un milione di euro.

Post popolari in questo blog

Oro Rosso: rubano 15 chilometri di rame da una linea elettrica, denunciate 5 persone

  Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...

INCHIESTA DDA SCUOTE LA LIGURIA

  Procura della Repubblica di Genova Direzione Distrettuale Antimafia COMUNICATO STAMPA Ravvisato l’interesse pubblico nella divulgazione di informazioni riguardanti l‘accertamento di episodi di corruzione ritenuti essere stati perpetrati in occasione di consultazioni elettorali riguardanti la Liguria, nonché nell’ambito della Autorità di sistema portuale e della P.A. regionale, e fatta salva la presunzione di innocenza – in base sagli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per queste e per le aziende coinvolte (ma allo stato non destinatarie di contestazioni), di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede Si comunica che: nella mattinata odierna militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di...

FOCUS SU MAFIA A RAGUSA

FONDAZIONE CAPONNETTO: FOCUS ANALITICO SULLE INFILTRAZIONI CRIMINALI NELLA PROVINCIA DI RAGUSA 2015 a cura di Salvatore Calleri INDICE PROLOGO CLAN PROVINCIA DI RAGUSA SCIOGLIMENTO COMUNE DI SCICLI MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI VITTORIA INTERROGAZIONI PARLAMENTARI SULLA MAFIA NEL RAGUSANO CONCLUSIONI PROLOGO L'idea di questo focus nasce dal fatto che in provincia di Ragusa la sottovalutazione della presenza delle organizzazioni criminali è purtroppo molto alta. Non è raro assistere al fenomeno del negazionismo della presenza della mafia da parte di esponenti politici o della società civile. Da questo punto di vista Ragusa è assimilabile ad alcune realtà del centro nord non abituate alla criminalità organizzata. I fatti criminali però ci dimostrano l'esatto contrario tant'è che le relazioni della DNA e della DIA oramai da tempo mappano il territorio della provincia di Ragusa. Oggi quindi negare è impossibile e sorge il ragionevole dubbio che chi segue il negazioni...