Passa ai contenuti principali

Maxi frode fiscale internazionale - 4 arresti e sequestri per 10 milioni di euro

 Venezia, 24 marzo 2021

 Maxi frode fiscale internazionale - 4 arresti e sequestri per 10 milioni di euro

Comando Provinciale Venezia

Video

La Guardia di Finanza di Venezia ha dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Pordenone, su richiesta della Procura della Repubblica di Pordenone, con la quale è stata disposta la custodia cautelare in carcere di 3 soggetti ed una misura domiciliare per un ulteriore indagato, tutti responsabili dei reati di riciclaggio ed emissione ed utilizzo di fatture false nell’ambito di una maxi frode fiscale internazionale nel settore del commercio di rottami di ferro e di bancali di legno.

Con lo stesso provvedimento è stato disposto il sequestro, anche per equivalente, di denaro, beni mobili e immobili degli indagati per un ammontare di circa 10 milioni di euro, quale provento delle condotte illecite. Sono altresì in corso 11 perquisizioni nelle provincie di Venezia, Padova, Treviso e Udine, eseguite dai militari della Compagnia di Portogruaro e dei Reparti della Guardia di Finanza competenti per territorio.

L’indagine è scaturita degli esiti di una perquisizione locale disposta dalla Procura della Repubblica di Pordenone nell’ambito di un procedimento penale a carico di uno degli indagati.

Durante le operazioni, eseguite dalla Compagnia di Portogruaro, l’interessato aveva tentato di disfarsi, lanciandoli oltra la siepe di recinzione della propria abitazione, di un hard disk e di uno smartphone. Il gesto non è tuttavia sfuggito ai finanzieri che, recuperati prontamente i dispositivi, hanno proceduto all’estrazione e all’analisi forense del loro contenuto, con l’ausilio di un consulente tecnico nominato dalla Procura di Pordenone.

I dati così estrapolati hanno permesso di individuare un sodalizio criminale radicato nel portogruarese e dedito al riciclaggio di denaro frutto di evasione fiscale, con la compiacenza della criminalità cinese in Veneto. Articolato e insidioso il sistema fraudolento utilizzato dal gruppo.

I membri dell’organizzazione si rendevano disponibili a ricevere ingenti quantità di denaro da imprenditori italiani su conti correnti esteri intestati a società dell’est d’Europa intestate a prestanome. A questo scopo, le cartiere emettevano fatture di comodo nei confronti delle aziende nazionali per giustificare formalmente e contabilmente i trasferimenti di fondi all’estero come pagamenti di operazioni commerciali, in realtà del tutto fittizie. Una volta accreditati sui conti esteri di destino, i capitali venivano immediatamente trasferiti con bonifico presso una banca di Shangai, in conti correnti di fiancheggiatori dell’organizzazione.

L’avvenuto accredito delle somme in Cina era successivamente comunicato ai referenti in Italia dell’organizzazione che, sulla base dei contatti con esponenti della criminalità cinese della provincia di Padova, si recavano in specifici luoghi di incontro per l’incasso in contanti delle somme bonificate, depurate di una percentuale per il servizio illecito reso.

I contanti venivano poi distribuiti tra gli imprenditori italiani che, all’inizio del giro illecito, avevano ricevuto e pagato le fatture emesse dalle società cartiere estere, anche in questo caso con la trattenuta di una percentuale come pagamento del servizio ricevuto. Plurimi i vantaggi della frode individuata.

Gli indagati hanno lucrato consistenti percentuali di guadagno grazie alle transazioni finanziarie, nascondendosi dietro prestanome inconsapevoli.

Gli imprenditori italiani utilizzatori delle false fatture, oltre a contabilizzare costi inesistenti, si sono precostituiti fondi neri da impiegare per fini personali o per alimentare altri circuiti di evasione fiscale, tramite acquisti in nero e l’utilizzo di manodopera non regolare.

La criminalità cinese ha potuto esportare, senza rischi e con vantaggiosi meccanismi di compensazione, ingenti quantità di capitali verosimilmente frutto di evasione fiscale e di altre condotte illecite. Il giro d’affari al momento ricostruito dai finanzieri della Compagnia di Portogruaro supera i 60 milioni di Euro.

A comprova della falsificazione delle fatture e alla estero-vestizione delle società, sono stati ritrovati nelle abitazioni degli indagati, tra Portogruaro e San Michele al Tagliamento, tutti i timbri relativi alle citate società dell’est nonché dei trasportatori esteri. Nessuno dei trasporti documentato era mai stato realmente eseguito.

A margine dell’indagine sono stati ricostruiti a carico di uno degli indagati 2 ulteriori meccanismi di evasione delle imposte. Il primo è stato realizzato con lo spostamento, solo cartolare, dei dipendenti di aziende al medesimo riconducibili in una società con sede formale a Malta creata ad hoc per favorire l’evasione contributiva.

Il secondo è stato perpetrato attraverso la creazione di un sistema di false fatturazioni volto alla creazione di costi e crediti IVA fittizi, con un’evasione ai fini delle imposte dirette per circa 4 milioni di euro e di I.V.A. per ulteriori 800.000 euro.

Le indagini dei finanzieri della Compagnia di Portogruaro sono state dirette dal Procuratore della Repubblica di Pordenone, dott. Raffaele Tito e dal Sostituto Procuratore, dott.ssa Monica Carraturo.

Post popolari in questo blog

Oro Rosso: rubano 15 chilometri di rame da una linea elettrica, denunciate 5 persone

  Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...

ANCORA CONTROLLI DELLA TASK FORCE COORDINATA DALLA POLIZIA DI STATO NELLE STALLE E NEGLI ALLEVAMENTI: DENUNCIATO UN UOMO PER MALGOVERNO DI ANIMALI E SEQUESTRATO UN CAVALLO. SOTTOPOSTO A SEQUESTRO SANITARIO ANCHE UN INTERO ALLEVAMENTO DI ANIMALI A VACCARIZO A CATANIA

  La Polizia di Stato ha denunciato per malgoverno di animali un catanese di 50 anni e ha sequestrato un cavallo maltrattato, affidandolo in giudiziale custodia. Nell’ambito dei controlli che vengono effettuati ogni settimana per la prevenzione e la repressione del fenomeno delle corse e della macellazione clandestina, i poliziotti della Squadra a Cavallo della Questura di Catania, unitamente ai medici del Dipartimento di Prevenzione – Servizio Veterinari – dell’Asp di Catania, hanno proceduto al controllo di una stalla in via Castromarino, in pieno centro storico. I poliziotti hanno rintracciato il proprietario del fatiscente box abusivo, che era stato adibito a stalla, priva di acqua e luce, al cui interno vi era un cavallo in evidenti condizioni di maltrattamento. L’equide era molto sporco e maleodorante, in condizioni igienico sanitarie estremamente precarie, senza cibo e acqua sufficienti, ed il box non aveva alcuna apertura per l’areazione degli ambienti. Unitamente ai polizi...

Tentarono un furto in banca

  Comando Provinciale di  Savona   -   Varazze (SV) , 30/05/2025 11:41 Al termine di una complessa ed articolata attività d’indagine durata sette mesi e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Savona, i Carabinieri della Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Savona, con il supporto dei colleghi dei comandi territorialmente competenti, hanno arrestato quattro persone, residenti in provincia di Torino, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal GIP del Tribunale di Savona. I soggetti sono ritenuti responsabili del tentato furto aggravato avvenuto nel settembre 2024 all’interno della filiale dell’istituto di credito Banca Intesa - Sanpaolo di Varazze.