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STOPMAFIA INTERVISTA LUMIA



INTERVISTA A GIUSEPPE  LUMIA SU: LEGISLAZIONE ANTIMAFIA DEL DOPPIO BINARIO. NON VA SMANTELLATA SEMMAI RILANCIATA

È così. Piano piano, un colpo oggi, uno domani, la strategia è sempre più chiara: la legislazione antimafia del “doppio binario” è sotto attacco. Negare o minimizzare è sbagliato. Subire è altrettanto deleterio. Da mesi e mesi è sotto gli occhi di tutti. Per occhi aperti e puliti naturalmente. Come quelli della Fondazione Caponnetto, che più volte ha spiegato pubblicamente la portata positiva della legislazione antimafia e denunciato gli attacchi in corso d’opera.

Cos’è la legislazione antimafia del “Doppio Binario”?

Chiariamolo ancora una volta: è quell’insieme di norme che negli anni ha costruito la più avanzata legislazione antimafia presente in Europa, che consente di applicare misure specifiche molto più rigorose e più severe per i reati previsti dall'art. 416-bis del codice penale. Tra gli esempi più conosciuti, ci sono la costituzione della Polizia specializzata della Dia, la qualificata Procura Distrettuale Antimafia e la Procura Nazionale Antimafia, tempi più ampi per le indagini e possibilità più estese per le intercettazioni, le misure di prevenzione patrimoniali, le interdittive antimafia previste dall'art. 89-bis del codice antimafia e, ancora, il regime carcerario speciale previsto dall'art. 41-bis dell'ordinamento penitenziario e il divieto di concessione dei benefici, stabilito dall'ormai depotenziato art. 4-bis dell'ordinamento penitenziario.

Da chi è partita l’intuizione?

Dal pool Antimafia guidato da Antonino Caponetto e avviato da Giovanni Falcone sotto il fuoco di attacchi e di mascariamenti vari.

Dove trovarla?

Si trova quasi tutta nel Nuovo Codice Antimafia, approvato alla fine della passata Legislatura, di cui sono stato uno dei relatori al Senato e nel quale è stato sistematizzato un lavoro che ho portato avanti tra mille ostacoli e seri rischi per vent’anni di vita parlamentare in Italia e in Europa.
Adesso però è iniziato un percorso per smantellare tutto. Tassello dopo tassello. Il primo a cadere è stato il 4-bis, che impediva ai boss all’ergastolo i permessi premio se prima non avessero dimostrato di avere interrotto sul serio il vincolo associativo attraverso la collaborazione trasparente e processuale con la Giustizia dello Stato.

La recente indagine sul collaboratore parlamentare che entrava e usciva dalle carceri dimostra quanto anche il 41-bis sia sotto mira. Così anche il Processo “Aemiliae” ha fatto emergere gli attacchi al lavoro straordinario dell’allora Prefetto di Reggio Emilia sulle Interdittive Antimafia.

C’è una risposta?

Ancora non si vede. Si preferisce reagire il “giorno dopo”, si preferisce inseguire il gioco al massacro dell’Antimafia stessa, le strumentalizzazioni e i mascariamenti.
Ma il problema rimane, la legislazione antimafia del Doppio Binario esiste e dà risultati senza precedenti per cui va difesa e semmai rilanciata e sviluppata ulteriormente. Prima che sia troppo tardi!

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