Palermo, 18 mag. (Adnkronos) - Beni per un valore complessivo di circa 500mila euro sono stati sequestrati dai carabinieri del nucleo Investigativo del Comando provinciale di Palermo a Francesco Terranova e Vito Traina. I militari hanno eseguito un provvedimento su disposizione della Direzione distrettuale antimafia. Terranova, ritenuto il reggente della famiglia mafiosa di Villabate è attualmente detenuto dopo essere stato arrestato nell'operazione 'Luce' del 26 aprile scorso per associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e riciclaggio. In passato era stato condannato definitivamente per il ruolo di vertice che aveva assunto nel clan di Villabate e aveva finito di scontare la pena nel 2021. Traina, affiliato alla famiglia mafiosa di Villabate, è finito in manette nello stesso blitz antimafia per associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e riciclaggio. I sigilli sono scattati per l'impresa individuale intestata a Traina, azienda attiva nel commercio all'ingrosso di imballaggi che gli inquirenti ritengono che sia partecipata occultamente da Terranova. "La ditta operava nel settore del commercio delle pedane in legno, verosimilmente avvalendosi di una posizione di forza legata al ruolo mafioso assunto dagli indagati", spiegano gli investigatori dell'Arma. Avrebbe operato nel comprensorio di Villabate sostanzialmente in regime di monopolio. Sequestrati anche un rapporto bancario, 7.600 euro in contanti trovati a Terranova e 8.100 euro in contanti trovati a Traina, entrambi al momento dell'arresto.
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...