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Lavoro sommerso a Prato - Scoperti oltre 100 lavoratori irregolari


 Continua senza sosta l’attività dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Prato nel contrasto al lavoro sommerso. Questa volta le ispezioni delle Fiamme Gialle hanno consentito di scoprire l’utilizzo di oltre 100 lavoratori non in regola nel settore manifatturiero e denunciare il titolare dell’azienda per l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.


La necessità di contrastare tale fenomenologia illecita in termini di concorrenza sleale nei confronti delle imprese che rispettano la normativa, minori entrate per lo Stato e disagio sociale per i lavoratori occupati irregolarmente, ha indotto il Comando Regionale Toscana ad avviare delle attività di analisi ed elaborazione di percorsi ispettivi finalizzati a contrastare il fenomeno dell’impiego irregolare di manodopera nei processi produttivi, a tutela dei distretti industriali.


In particolare, le indagini condotte dal Gruppo di Prato a seguito di un accesso svolto congiuntamente all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Prato e Pistoia hanno riguardato una società che operava presso la stessa sede di una cooperativa, priva di struttura e organizzazione di mezzi propri pur avendo in carico numerosi lavoratori dipendenti, presentando pertanto evidenti profili di rischio fiscale, quali l’omesso versamento delle imposte.


Dopo che l’attenzione investigativa si è spostata sull’effettiva dislocazione dei lavoratori nell’ambito delle due società e su chi “di fatto” esercitasse il potere datoriale, è stato possibile inquadrare l’attività della cooperativa come somministrazione di manodopera, svolta però in assenza dei requisiti previsti, ovvero l’autorizzazione del Ministero competente. In buona sostanza la stessa è stata utilizzata unicamente con lo scopo di sgravare la società “operativa” dagli oneri fiscali e previdenziali connessi all’assunzione dei dipendenti, senza poi provvedere al relativo versamento.


Vale la pena di ricordare che la somministrazione di lavoro, secondo la definizione contenuta nell’art. 30 del D.lgs. n. 81/2015, è un contratto mediante il quale un soggetto “mette a disposizione di un utilizzatore uno o più lavoratori suoi dipendenti, i quali, per tutta la durata della missione, svolgono la propria attività nell’interesse e sotto la direzione e il controllo dell’utilizzatore”. Tale contratto deve essere stipulato con un’agenzia di somministrazione autorizzata ai sensi del D.lgs. n. 276/2003 e soggiace ad una serie di limiti formali e sostanziali enunciati negli artt. 31 ss., d.lgs. n. 81/2015.


Sulla base di tali presupposti, i pertinenti approfondimenti documentali finalizzati a verificare il corretto inquadramento contributivo, previdenziale e assistenziale dei lavoratori risultati regolarmente assunti, hanno consentito di constatare una irregolare somministrazione di lavoro per oltre 100 dipendenti, oltre al mancato versamento delle ritenute fiscali previste per circa 600.000 euro. Il titolare della società è stato altresì segnalato alla Procura della Repubblica di Prato per utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, ai sensi dell’art. 2 del DLgs. 74/2000.

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