Comando Provinciale Taranto
Militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Taranto hanno eseguito un decreto di sequestro, ai sensi della normativa antimafia (D.Lgs. 159/2011), emesso dalla II Sezione Penale del Tribunale di Lecce, avente ad oggetto beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 30 milioni di euro, nei confronti di due imprenditori tarantini, padre e figlio, operanti nel settore del commercio al dettaglio di apparecchiature per le telecomunicazioni e la telefonia.
Il provvedimento cautelare è la conseguenza di attività investigative eseguite dal Nucleo PEF di Taranto, all’esito delle quali è stato appurato che i citati imprenditori, hanno perpetrato in modo sistematico e continuativo delle frodi fiscali mediante l’emissione ed utilizzo di fatture false, classificando la loro condotta di vita come socialmente pericolosa.
Tale comportamento delittuoso ha permesso di accumulare beni e risorse economiche sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati, desumendo che tali imprenditori “evasori” vivano abitualmente con i proventi di attività delittuose.
L’ingente patrimonio sottoposto a sequestro risulta costituito, oltre che da 9 immobili, 1 terreno, 14 autoveicoli, 4 motocicli, quote di partecipazioni societarie, polizze assicurative e disponibilità di conto corrente bancario, anche da 6 interi compendi aziendali, con ben 15 punti vendita ubicati nelle provincie di Taranto (2 dei quali presso i due più grandi centri commerciali del capoluogo jonico e nelle città di Grottaglie e Manduria), nonché di Bari, Roma e Milano.
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...