Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale Catania - Comiso (RG), 29/04/2019 09:31
A conclusione di una mirata attività ispettiva nel settore delle attività estrattive, pianificata a livello nazionale del Comando Carabinieri Tutela Ambientale, i Carabinieri del NOE di Catania, coadiuvati da personale del 12° Elinucleo Carabinieri Elicotteristi e da militari della Stazione di Comiso, eseguivano accesso all’interno di una vasta area ubicata nelle campagne di Comiso (RG), ove veniva riscontrata ed interrotta attività di estrazione, vagliatura e trasporto di materiale calcareo (calcarenite), destinato verosimilmente ad alimentare il ciclo del calcestruzzo e le attività edilizie del territorio siciliano.
La cava, sita in un’area sottoposta a vincolo archeologico apposto dalla regione siciliana – assessorato ai beni culturali, secondo le prime stime è risultata avere un’estensione di ben 90.000,00 mq. e profonda, in alcuni punti, oltre 20 m. rispetto al piano originario.
Nel corso delle operazioni ispettive, venivano sottoposti a controllo e bloccati alcuni autocarri, un escavatore cingolato munito di martello pneumatico, una pala gommata da cava, intenti ad effettuare operazioni di estrazione che, da verifiche documentali, venivano condotte in maniera totalmente abusiva, in assenza di qualsiasi autorizzazione in materia.
Gli automezzi, una griglia di vagliatura nonché un quantitativo di centinaia di migliaia di mc di materiale precedentemente estratto (non meglio stimabile), pronto per la commercializzazione, del valore complessivo di oltre 1 milione di euro, venivano sottoposti a sequestro. Il provvedimento è stato convalidato dal G.I.P. del Tribunale di Ragusa su parallela richiesta da parte del Magistrato titolare del fascicolo d’indagine.
Il Danno al patrimonio ambientale, per l’ingente quantitativo di materiale estratto e l’irreversibile compromissione della matrice suolo, risulta non calcolabile.
I responsabili delle abusive attività estrattive di un’azienda del luogo, sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per inquinamento ambientale aggravato, esecuzione di opere su beni con vincolo paesaggistico senza la prescritta autorizzazione nonché di deturpamento e distruzione di bellezze naturali.
La cava, sita in un’area sottoposta a vincolo archeologico apposto dalla regione siciliana – assessorato ai beni culturali, secondo le prime stime è risultata avere un’estensione di ben 90.000,00 mq. e profonda, in alcuni punti, oltre 20 m. rispetto al piano originario.
Nel corso delle operazioni ispettive, venivano sottoposti a controllo e bloccati alcuni autocarri, un escavatore cingolato munito di martello pneumatico, una pala gommata da cava, intenti ad effettuare operazioni di estrazione che, da verifiche documentali, venivano condotte in maniera totalmente abusiva, in assenza di qualsiasi autorizzazione in materia.
Gli automezzi, una griglia di vagliatura nonché un quantitativo di centinaia di migliaia di mc di materiale precedentemente estratto (non meglio stimabile), pronto per la commercializzazione, del valore complessivo di oltre 1 milione di euro, venivano sottoposti a sequestro. Il provvedimento è stato convalidato dal G.I.P. del Tribunale di Ragusa su parallela richiesta da parte del Magistrato titolare del fascicolo d’indagine.
Il Danno al patrimonio ambientale, per l’ingente quantitativo di materiale estratto e l’irreversibile compromissione della matrice suolo, risulta non calcolabile.
I responsabili delle abusive attività estrattive di un’azienda del luogo, sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per inquinamento ambientale aggravato, esecuzione di opere su beni con vincolo paesaggistico senza la prescritta autorizzazione nonché di deturpamento e distruzione di bellezze naturali.