Passa ai contenuti principali

Criminalità Nigeriana - Rituali e minacce a ragazze per farle prostituire: 9 arresti

Ragazze nigeriane che arrivavano in Italia con la speranza di avere una vita migliore rispetto al loro Paese d’origine, ma in realtà le loro speranze venivano spezzate e le ragazze erano minacciate e costrette a prostituirsi. “Hope and Destiny” è l’operazione conclusa stamattina dalla Squadra mobile di Parma, con l’ausilio di quella di Bologna, nei confronti di 9 cittadini nigeriani colpevoli di far parte di due distinte organizzazioni criminali finalizzate al traffico di esseri umani dalla Nigeria.
All’operazione hanno partecipato anche agenti del Reparto prevenzione crimine“Emilia Romagna Occidentale”
Gli arrestati di oggi sono indiziati di aver fatto parte, con vari ruoli e con altre persone in Nigeria, di un’organizzazione criminale che curava l’ingresso clandestino di donne nigeriane sul territorio italiano per poi farle prostituire.
Le indagini sono iniziate nell’agosto del 2016, quando una giovane, vittima di una violenta aggressione a seguito della quale aveva riportato delle lesioni, si è presentata negli uffici della Squadra mobile per denunciare alcuni suoi connazionali i quali l’avevano fatta giungere in Italia con false promesse di un lavoro regolare per poi costringerla a prostituirsi per ripagare il debito contratto.
La giovane ha spiegato agli agenti di esser arrivata in Italia nell’aprile del 2016, in quanto un uomo conosciuto nella città di Lagos le avrebbe prospettato la possibilità di un trasferimento in Italia dove avrebbe potuto continuare gli studi interrotti in Nigeria e trovare un lavoro. La ragazza avrebbe accettato la proposta e sarebbe stato lo stesso uomo a procurarle i documenti per il viaggio (passaporto e visto di ingresso), nonché i biglietti aerei per il volo con destinazione Bologna.
Una volta arrivata in città alla ragazza è stato tolto il passaporto e le è stato detto che aveva un debito da ripagare di 45 mila euro e che l’unico modo per ripagarlo era quello di prostituirsi. Tutto questo sotto la minaccia che, nel caso avesse chiamato la Polizia, le sarebbero stati uccisi i genitori.
Stanca delle continue minacce e delle angherie subite, la ragazza è fuggita a Parma a casa di un amico e dopo pochi giorni si è rivolta alla Polizia per denunciare le continue minacce ricevute.
Le indagini hanno confermato tutte le dichiarazioni della giovane e sono state supportate successivamente da una seconda ragazza nigeriana che ha sporto denuncia per maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti dello stesso uomo. La giovane ha raccontato tutta la sua storia, descrivendo il viaggio che, attraverso il deserto del Sahara ed il mar Mediterraneo, l’aveva condotta nel settembre del 2015 sulle coste italiane, per poi esser collocata presso il Cara di Verona. Dopo due mesi di permanenza presso il centro la giovane ha raggiunto a Parma il suo “benefattore” ed è solo in quel momento che ha scoperto che non vi era alcun ristorante presso cui lavorare e che invece aveva contratto un debito di 40 mila euro per il viaggio e che, per ripagarlo, si sarebbe dovuta prostituire.
Dalle indagini i poliziotti hanno scoperto l’esistenza di due distinte organizzazioni criminali, il gruppo “bolognese” e il gruppo “parmigiano”, composti da nigeriani, accumunati da vincoli di parentela, che favorivano l’immigrazione clandestina dalla Nigeria di giovani donne per condurle, poi, sulla strada della prostituzione.
Le vittime di questo traffico di esseri umani erano legate ai propri carnefici con l’intimidazione, la minaccia e la violenza agite nei loro confronti e nei confronti dei loro familiari in Nigeria, sottoposte a rituali juju per incatenarle ad un giuramento di obbedienza nei confronti della propria “madame”.

Post popolari in questo blog

Oro Rosso: rubano 15 chilometri di rame da una linea elettrica, denunciate 5 persone

  Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...

ANCORA CONTROLLI DELLA TASK FORCE COORDINATA DALLA POLIZIA DI STATO NELLE STALLE E NEGLI ALLEVAMENTI: DENUNCIATO UN UOMO PER MALGOVERNO DI ANIMALI E SEQUESTRATO UN CAVALLO. SOTTOPOSTO A SEQUESTRO SANITARIO ANCHE UN INTERO ALLEVAMENTO DI ANIMALI A VACCARIZO A CATANIA

  La Polizia di Stato ha denunciato per malgoverno di animali un catanese di 50 anni e ha sequestrato un cavallo maltrattato, affidandolo in giudiziale custodia. Nell’ambito dei controlli che vengono effettuati ogni settimana per la prevenzione e la repressione del fenomeno delle corse e della macellazione clandestina, i poliziotti della Squadra a Cavallo della Questura di Catania, unitamente ai medici del Dipartimento di Prevenzione – Servizio Veterinari – dell’Asp di Catania, hanno proceduto al controllo di una stalla in via Castromarino, in pieno centro storico. I poliziotti hanno rintracciato il proprietario del fatiscente box abusivo, che era stato adibito a stalla, priva di acqua e luce, al cui interno vi era un cavallo in evidenti condizioni di maltrattamento. L’equide era molto sporco e maleodorante, in condizioni igienico sanitarie estremamente precarie, senza cibo e acqua sufficienti, ed il box non aveva alcuna apertura per l’areazione degli ambienti. Unitamente ai polizi...

Tentarono un furto in banca

  Comando Provinciale di  Savona   -   Varazze (SV) , 30/05/2025 11:41 Al termine di una complessa ed articolata attività d’indagine durata sette mesi e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Savona, i Carabinieri della Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Savona, con il supporto dei colleghi dei comandi territorialmente competenti, hanno arrestato quattro persone, residenti in provincia di Torino, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal GIP del Tribunale di Savona. I soggetti sono ritenuti responsabili del tentato furto aggravato avvenuto nel settembre 2024 all’interno della filiale dell’istituto di credito Banca Intesa - Sanpaolo di Varazze.