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Palermo 19/07/1992: la caduta degli uomini di Angelo Ivan Leone


Dopo le ultime dichiarazioni desecretate che recano la testimoninanza del giudice Paolo Borsellino, si può amaramente concludere il titolo di quel film che recitava “La mafia uccide solo d’estate” con la più nera e tetra delle conclusioni “e lo stato protegge solo fino a mezzogiorno”. Ecco in questo titolo che, letto tutto insieme, sembra uno di quei film poliziotteschi degli anni ’70 “La mafia uccide solo d’estate e lo stato protegge solo fino a mezzoggiorno”, c’è tutta la tragedia di vivere in Italia.
Cosa accadde con quelle due stragi: quella di Capaci e quella di via D’Amelio non ci è ancora dato sapere. Esse furono davvero due stragi costituenti, come le guerre volte a creare un nuovo ordine politico-istuzionale in Italia? E se lo furono, come può essere credibile uno stato che tratta con la mafia dalla strage di Portella delle Ginestre 1/05/1947: primo maggio di sangue! e sacrifica i suoi migliori uomini, per creare un ordine che si regge sul sangue dei martiri? Infine la domanda più angosciante e dura da formulare che è, però, doverosa da fare a noi stessi sulla tomba del giudice Borsellino. Per chi è morto e per cosa è morto Paolo Borsellino, alla luce di uno stato sempre così contiguo alla criminalità organizzata da sembrare o esserne addirittura il complice?
A questa domanda, abbiamo una risposta certa: egli è morto per noi, per essere d’esempio a chi, come chi scrive, lo guardava da bambino e pensava, mentre vedeva morire Falcone e Borsellino con i loro uomini di scorta, la mia vita la dedicherò a voi che mi siete stati d’esempio. Ecco, è morto per dare l’esempio di come si vive e di come si lotta contro la mafia. Ed è morto senza paura, non come un eore, ma come un uomo perché: “chi non ha paura di morire muore una volta sola”.


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