LA DIA DI CALTANISSETTA CONFISCA I BENI DI UN IMPRENDITORE RITENUTO CONTIGUO ALLA FAMIGLIA MAFIOSA DI GELA
DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
COMUNICATO STAMPA
La DIA di Caltanissetta ha dato esecuzione ad un provvedimento definitivo di confisca emesso dalla Suprema Corte di Cassazione, a seguito del sequestro disposto nel 2014 dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Caltanissetta su proposta del Direttore della DIA, nei confronti dellimprenditore CAMMARATA Alberto, 50enne di Gela (CL).
Il CAMMARATA, da evidenze investigative, è risultato soggetto contiguo allassociazione mafiosa “cosa nostra” e, in particolare, alla famiglia gelese facente capo al noto capomafia di Caltanissetta Giuseppe Piddu MADONIA, per aver messo a disposizione di quel sodalizio ingenti disponibilità finanziarie, in cambio di interventi finalizzati ad imporre la sua supremazia imprenditoriale.
Ciò gli ha consentito, sostanzialmente, di acquisire - attraverso la forza di intimidazione mafiosa - una posizione dominante e di esclusivo controllo nel settore nevralgico delle forniture e del trasporto di inerti (sfruttando anche il metodo delle cosiddette sovrafatturazioni), impiegati per la realizzazione di opere pubbliche e private.
Oggetto del provvedimento di confisca definitiva risultano 4 aziende di Gela, 47 immobili (tra fabbricati e terreni), nonché numerosi rapporti bancari per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro.
Caltanissetta, 1° luglio 2019
COMUNICATO STAMPA
La DIA di Caltanissetta ha dato esecuzione ad un provvedimento definitivo di confisca emesso dalla Suprema Corte di Cassazione, a seguito del sequestro disposto nel 2014 dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Caltanissetta su proposta del Direttore della DIA, nei confronti dellimprenditore CAMMARATA Alberto, 50enne di Gela (CL).
Il CAMMARATA, da evidenze investigative, è risultato soggetto contiguo allassociazione mafiosa “cosa nostra” e, in particolare, alla famiglia gelese facente capo al noto capomafia di Caltanissetta Giuseppe Piddu MADONIA, per aver messo a disposizione di quel sodalizio ingenti disponibilità finanziarie, in cambio di interventi finalizzati ad imporre la sua supremazia imprenditoriale.
Ciò gli ha consentito, sostanzialmente, di acquisire - attraverso la forza di intimidazione mafiosa - una posizione dominante e di esclusivo controllo nel settore nevralgico delle forniture e del trasporto di inerti (sfruttando anche il metodo delle cosiddette sovrafatturazioni), impiegati per la realizzazione di opere pubbliche e private.
Oggetto del provvedimento di confisca definitiva risultano 4 aziende di Gela, 47 immobili (tra fabbricati e terreni), nonché numerosi rapporti bancari per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro.
Caltanissetta, 1° luglio 2019