Passa ai contenuti principali

Dalla Chiesa: fu lasciato morire? Di Angelo Ivan Leone




La morte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa con la giovanissima moglie Emanuela Setti Carraro, di cui ricorre il triste anniversario, lascia insoluto uno dei problemi storici più gravi che attanagliano questo nostro bellissimo e, allo stesso tempo, tremendo Paese. Il Generale, che era stato uno degli artefici della vittoria sul terrorismo degli anni di piombo, fu ammazzato dalla mafia proprio all’inizio della sua azione volta alla repressione di tale fenomeno con la nomina a prefetto di Palermo.
Questa morte interroga, ancora oggi, la storia, perché si deve spiegare come mai un uomo che aveva fatto parte della repressione dello Stato contro la criminalità ideologizzata dei terroristi fu, da quello stesso Stato, lasciato da solo e inerme, ergo lasciato ammazzare, dinanzi alla criminalità organizzata di Cosa nostra. E’ evidente che questo porta all’inquietante interrogativo del perché fu lasciato solo e a delle risposte non meno inquietanti che sono fondamentali per capire l’Italia.
Lo Stato italiano ha sempre trattato, in maniera più o meno velata, con le organizzazioni criminali e, in particolar modo, con quella siciliana e quella campana-napoletana, le più vecchie e quelle che più hanno, in virtù di questa loro maggiore vita, ampliato e creato un controllo del territorio certosino e ramificato nelle rispettive zone d’influenza.
Ergo lo Stato italiano ha delegato loro la funzione di controllo sociale cui si è assommata, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale in poi, la funzione anticomunista, di cui ho già fatto menzione, e che è stata storicamente svolta e accertata dalle organizzazioni criminali, mafia in primis, durante tutto il corso della Prima Repubblica.
Questa inquadratura storica ci porta, pertanto, a rispondere al tremendo quesito del perché Dalla Chiesa, che aveva combattuto e vinto il terrorismo, fu lasciato solo e ammazzato dalla criminalità organizzata mafiosa. Perché per combattere il terrorismo la volontà politica c’era, per combattere la mafia no. Perché la mafia svolgeva le due funzioni: controllo sociale e anticomunista che erano fondamentali per la tenuta del sistema Italia.
Italia, che per questo e per la tenuta di questo sistema, ha sacrificato i suoi uomini migliori.

Post popolari in questo blog

Oro Rosso: rubano 15 chilometri di rame da una linea elettrica, denunciate 5 persone

  Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...

INCHIESTA DDA SCUOTE LA LIGURIA

  Procura della Repubblica di Genova Direzione Distrettuale Antimafia COMUNICATO STAMPA Ravvisato l’interesse pubblico nella divulgazione di informazioni riguardanti l‘accertamento di episodi di corruzione ritenuti essere stati perpetrati in occasione di consultazioni elettorali riguardanti la Liguria, nonché nell’ambito della Autorità di sistema portuale e della P.A. regionale, e fatta salva la presunzione di innocenza – in base sagli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per queste e per le aziende coinvolte (ma allo stato non destinatarie di contestazioni), di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede Si comunica che: nella mattinata odierna militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di...

FOCUS SU MAFIA A RAGUSA

FONDAZIONE CAPONNETTO: FOCUS ANALITICO SULLE INFILTRAZIONI CRIMINALI NELLA PROVINCIA DI RAGUSA 2015 a cura di Salvatore Calleri INDICE PROLOGO CLAN PROVINCIA DI RAGUSA SCIOGLIMENTO COMUNE DI SCICLI MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI VITTORIA INTERROGAZIONI PARLAMENTARI SULLA MAFIA NEL RAGUSANO CONCLUSIONI PROLOGO L'idea di questo focus nasce dal fatto che in provincia di Ragusa la sottovalutazione della presenza delle organizzazioni criminali è purtroppo molto alta. Non è raro assistere al fenomeno del negazionismo della presenza della mafia da parte di esponenti politici o della società civile. Da questo punto di vista Ragusa è assimilabile ad alcune realtà del centro nord non abituate alla criminalità organizzata. I fatti criminali però ci dimostrano l'esatto contrario tant'è che le relazioni della DNA e della DIA oramai da tempo mappano il territorio della provincia di Ragusa. Oggi quindi negare è impossibile e sorge il ragionevole dubbio che chi segue il negazioni...