Passa ai contenuti principali

Cessione di crediti d'imposta inesistenti relativi a bonus edilizi

 


Perugia, 1 febbraio 2022

Cessione di crediti d'imposta inesistenti relativi a bonus edilizi

Comando Provinciale Perugia

Video


La Guardia di Finanza di Perugia ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso, su richiesta di questa Procura, dal G.I.P. del Tribunale del capoluogo umbro, per un valore di oltre 103 milioni di euro, nei confronti società e persone fisiche – allo stato, sulla scorta accertamenti finora effettuati, sottoposte ad indagini – che avrebbero generato e commercializzato, sull’intero territorio nazionale, fittizi crediti di imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi introdotti dal Governo per mitigare gli effetti economici della pandemia (“bonus facciate”, “recupero patrimonio edilizio”, “bonus locazioni”).


L’operazione trae origine da un’attività di analisi condotta dal locale Comando Provinciale volta ad individuare profili di rischio connessi all’utilizzo distorto delle diverse misure agevolative, previste dalla legislazione emergenziale, sotto forma di crediti di imposta cedibili a terzi – originariamente, senza limitazione alcuna, attraverso una piattaforma informatica predisposta dall’Agenzia delle Entrate – ed utilizzabili in compensazione per l’assolvimento di debiti tributari, mediante modello F24, o monetizzabili presso banche ed altri intermediari finanziari.


In tale ambito, è emersa la posizione di una società operante, nell’hinterland perugino, nel settore commercio di autoveicoli che, da preliminari riscontri, risultava aver “acquistato” e “rivenduto” crediti d’imposta per rilevanti importi, verosimilmente riconducibili a condotte fraudolente e, comunque, non in linea con l’effettiva operatività aziendale, trattandosi di un soggetto completamente sconosciuto al Fisco e privo di capacità economico-finanziaria.

I successivi approfondimenti, effettuati dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, corroborati da mirati sopralluoghi ed interrogazioni delle banche dati presenti nella “dorsale informatica” della Guardia di Finanza, di recente implementata con due ulteriori applicativi che consentono mirate interrogazioni sui crediti d’imposta “agevolativi” e sulle compensazioni, hanno consentito di delineare un puntuale quadro indiziario, fornendo adeguate prove circa l’inesistenza dei crediti d'imposta ceduti, la mancata esecuzione, in tutto o in parte, dei lavori e la fittizietà dei contratti di affitto sottostanti.


Pertanto, le comunicazioni di cessione dei crediti, inserite nella piattaforma informatica, sono state qualificate come “altri documenti per operazioni inesistenti”, la cui emissione configura la condotta illecita di cui all’art. 8 del decreto legislativo n. 74 del 2000.


Il giudice per le indagini preliminari, condividendo l’impianto accusatorio formulato da questa Procura, ha ritenuto sussistenti i presupposti per concedere il sequestro dei crediti evidenziando che gli stessi sono “da considerarsi inesistenti per il volume degli stessi, per il fatto che la società (…) aveva un’attività assolutamente slegata da quella relativa all’edilizia e alla ristrutturazione di immobili” e che “i soggetti coinvolti, cedenti e cessionari, presentano profili di criticità (…) non avendo presentato dichiarazioni dei redditi, o dichiarato redditi esigui, e, laddove proprietari di immobili o porzioni di essi, comunque non svolgono attività tali da generare i volumi di credito di imposta indicati”.

In ordine alla qualificazione giuridica della condotta censurata, il giudice ha rimarcato che nei modelli di comunicazione inviati all’Agenzia delle Entrate, vengono indicati lavori non eseguiti, simulando la presenza di fatture mai emesse, pertanto, “per la facilità con cui i crediti fittizi vengono creati e ceduti, la loro circolazione è assimilabile a quella delle banconote ovvero di titoli di credito falsi; la particolarità è costituita dall’inserimento”, nella piattaforma web, “della transazione relativa alla cessione e, quindi, dalla natura informatica del documento che, comunque, può essere paragonata all’inserimento di una fattura per operazioni inesistenti, posto che l’inserimento nel portale costituisce traduzione informatica della sottostante negoziazione, laddove il credito ceduto è del tutto inesistente”.


Considerato che tali crediti costituiscono, non solo corpo del reato, ma illecito profitto, ed in ragione del loro ingente valore, il G.I.P. ha accolto la richiesta formulata da questa Procura, disponendo il sequestro preventivo di quote societarie, compendi aziendali nonché il blocco sul portale dell’Agenzia delle Entrate e corrispondente riduzione del plafond di crediti compensabili nei rispettivi cassetti fiscali, per un importo complessivo di euro 103.067.709,00.


L’operazione condotta testimonia la costante attenzione dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza sulla corretta destinazione delle risorse pubbliche messe a disposizione della collettività per mitigare gli effetti negativi della pandemia e favorire la ripresa dell’economia e l’ammodernamento del Paese.

Post popolari in questo blog

Truffa del "Finto Medico": con la scusa di una visita di controllo raggirano anziana

  Comando Provinciale di  Reggio Emilia   -   Reggio Emilia , 21/11/2025 13:42 Nonostante i continui inviti a diffidare dagli estranei ad opera dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia - che al riguardo hanno anche più volte ricordato i consigli della campagna antitruffa “Non aprite quella porta” – non si fermano i truffatori che con pretestuose richieste o controlli raggirano e derubano gli anziani dei loro averi. Proprio questo è accaduto il 20 novembre scorso a Reggiolo, quando due uomini intorno alle 13:00 circa, suonavano al citofono di casa di un’anziana 81enne, e qualificandosi come operatori sanitari, riferivano all’anziana donna che le avrebbero dovuto effettuare una visita domiciliare. I due falsi operatori sanitari dunque, avuto accesso all’abitazione, con artifizi e raggiri, si impossessavano di due collanine in oro di grande valore affettivo, custodite su un mobile della cucina, e successivamente si dileguavano immediatamente. L’anziana d...

Furti di metalli nella valle Telesina

  Comando Provinciale di  Benevento   -   Telese Terme (BN) , 09/12/2025 16:12 A San Lorenzo Maggiore, un quarantunenne di Telese Terme, gravato da precedenti specifici, è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita che lo sorprendevano mentre nascondeva all'interno della propria autovettura materiale ferroso dal peso complessivo di circa 400 kg, appena asportati da un cantiere edile. L’autore, bloccato dai militari, veniva condotto in Caserma, dove, al termine di tutte le formalità di rito, veniva sottoposto alla misura degli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, come disposto dal Pubblico Ministero di turno. Ad Amorosi, sulla SS Fondovalle Isclero, un quarantanovenne proveniente dalla provincia di Benevento, e già gravato da precedenti specifici, è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita che lo sorprendevano mentre nascondeva all'interno della propria autovettura due matasse di cavi di r...

ANCORA CONTROLLI DELLA TASK FORCE COORDINATA DALLA POLIZIA DI STATO NELLE STALLE E NEGLI ALLEVAMENTI: DENUNCIATO UN UOMO PER MALGOVERNO DI ANIMALI E SEQUESTRATO UN CAVALLO. SOTTOPOSTO A SEQUESTRO SANITARIO ANCHE UN INTERO ALLEVAMENTO DI ANIMALI A VACCARIZO A CATANIA

  La Polizia di Stato ha denunciato per malgoverno di animali un catanese di 50 anni e ha sequestrato un cavallo maltrattato, affidandolo in giudiziale custodia. Nell’ambito dei controlli che vengono effettuati ogni settimana per la prevenzione e la repressione del fenomeno delle corse e della macellazione clandestina, i poliziotti della Squadra a Cavallo della Questura di Catania, unitamente ai medici del Dipartimento di Prevenzione – Servizio Veterinari – dell’Asp di Catania, hanno proceduto al controllo di una stalla in via Castromarino, in pieno centro storico. I poliziotti hanno rintracciato il proprietario del fatiscente box abusivo, che era stato adibito a stalla, priva di acqua e luce, al cui interno vi era un cavallo in evidenti condizioni di maltrattamento. L’equide era molto sporco e maleodorante, in condizioni igienico sanitarie estremamente precarie, senza cibo e acqua sufficienti, ed il box non aveva alcuna apertura per l’areazione degli ambienti. Unitamente ai polizi...