I poliziotti della Squadra mobile di Novara hanno eseguito 9 misure cautelari nei confronti di altrettante persone accusate di associazione per delinquere finalizzata al furto aggravato, riciclaggio e autoriciclaggio ai danni di una casa di alta moda con base logistica e sede operativa in città.
Il responsabile della sicurezza del brand di lusso ha raccontato agli investigatori della Questura i propri sospetti circa la sparizione di numerosi articoli dal deposito aziendale dove il vestiario transitava prima di essere distribuito ai venditori al dettaglio di tutto il mondo. Nella circostanza riferiva agli agenti che una dipendente aveva scoperto che su una piattaforma online di vendite, un account offriva tantissimi nuovi capi riconducibili alla casa di moda e non ancora messi in commercio, proponendoli come prototipo con sconti di almeno il 50 per cento.
Mediante le indagini i poliziotti hanno individuato inizialmente tre uomini, dipendenti di una multinazionale della logistica che avevano in via esclusiva accesso al magazzino. Sono accusati di aver asportato vari articoli per consegnarli a un altro uomo, ritenuto il capo dell’associazione criminale per il quale è scattata la misura della custodia in carcere.
La madre e la fidanzata del capo invece, sono accusate rispettivamente di aver custodito la merce e di averlo aiutato nelle spedizioni.
Un’altra donna ha collaborato con il vertice del gruppo, consentendogli di utilizzare il proprio indirizzo email per la creazione dell’account sulla piattaforma di vendita online dei capi sottratti.
Nell’operazione, infine, sono indagati anche una donna di 49 anni, moglie di uno dei “magazzinieri” che ha ricevuto cospicui bonifici disposti dal capo dell’organizzazione tramite istituti di credito esteri al solo scopo di mascherare la provenienza del denaro e un ragazzo di 19 anni che risulta intestatario di due villette a schiera acquistate in contanti con i proventi del reato.
L’attività di rivendita illegale online ha fruttato agli indagati circa 1 milione e 300mila euro per un danno economico stimato all’azienda di almeno 2 milioni di euro.
Nel corso delle perquisizioni è stato rinvenuto un grande quantitativo di capi di vestiario e accessori del brand e sono stati sequestrati preventivamente beni, abitazioni e conti correnti.
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