Cosenza, 27 luglio 2020
Comando Provinciale Cosenza
Alle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di applicazione di misure cautelari – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Castrovillari, dott.ssa Carmen Maria Raffaella CIARCIA, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Luca PRIMICERIO, sotto il coordinamento del Procuratore facente funzioni, dott. Simona MANERA – a carico di 16 persone, indagate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alle “turbative d’asta”, corruzione in atti giudiziari, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio.
Nell’operazione, denominata “White Collar”, risultano indagati 48 soggetti, di cui 9 colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere e 7 agli arresti domiciliari.
L’indagine, condotta dai militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Corigliano Calabro su delega della Procura della Repubblica di Castrovillari, ha riguardato irregolarità poste in essere da alcuni professionisti delegati e curatori fallimentari nelle procedure di vendite giudiziarie immobiliari presso il locale Tribunale.
Dalle investigazioni delle Fiamme Gialle è emersa l’esistenza di una ben strutturata associazione per delinquere, operante dal 2017, dedita all’illecita ingerenza nelle vendite giudiziarie immobiliari, con il fine di indirizzare l’esito delle aste e l’assegnazione dei beni ai clienti del gruppo criminale, i quali si rivolgevano ad esso sia perché direttamente contattati dagli stessi membri del sodalizio, sia spontaneamente per il significativo “grado reputazionale” acquisito nel contesto territoriale.
L’organizzazione ha acquisito informazioni riservate sulle procedure e, più specificatamente, sui possibili partecipanti, oltre che per “accomodare” l’esito delle aste, anche attraverso forme di dissuasione rivolte verso altri potenziali concorrenti.
In tale contesto, il sodalizio criminale è divenuto di per sé centro di raccolta delle informazioni sui soggetti interessati all’acquisto, anche sotto la forma di “cartello collusivo aperto”, gestendo tali informazioni al fine di condizionare la partecipazione alle aste.
Infatti, da un lato, i soggetti interessati all’acquisto si rivolgevano ai membri dell’organizzazione per raggiungere il loro scopo, dall’altro, i sodali, una volta acquisite le richieste dei clienti, le gestivano a loro convenienza per “pilotare” il bene verso uno specifico prescelto “cliente”, distogliendo dalla partecipazione gli altri soggetti.