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MAFIA: LA DIA SEQUESTRA BENI A
PREGIUDICATO TORTORICIANO
La DIA ha eseguito provvedimento di sequestro
emesso dal Tribunale Misure di Prevenzione di Messina, che ha colpito la
lussuosa villa sita a Torrenova e disponibilità finanziarie riferibili a GALATI RANDO Vincenzo, soggetto di
Tortorici, già coinvolto e condannato nell’operazione “Mare Nostrum”, quale
affiliato all’associazione dei GALATI GIORDANO
Orlando. La misura ablativa scaturisce da un’articolata attività
investigativa svolta dagli operatori della DIA culminata nella proposta di
applicazione di misura di prevenzione patrimoniale a firma congiunta del Direttore
DIA e del Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, dr.
Maurizio DE LUCIA.
Il
lavoro degli investigatori ha fatto emergere la posizione di rilievo del GALATI RANDO Vincenzo in seno all’associazione
mafiosa tortoriciana; ruolo confermato, tra l’altro, da vari collaboratori di
giustizia - GALATI GIORDANO
Orlando, ANELLO Ruggero e PEZZINO Nicolò - che hanno reso, in proposito, dichiarazioni concordi nel qualificare il
ruolo rivestito dallo stesso. In particolare, il GALATI GIORDANO Orlando lo
individuava quale soggetto che si occupava delle estorsioni a Castell’Umberto;
ANELLO Ruggero affermava come GALATI GIORDANO Orlando, dopo l’omicidio del
fratello Luigi, avesse delegato lo stesso proposto ad acquisire informazioni su
alcuni appartenenti ai BONTEMPO Scavo; inoltre, il ruolo di “esattore” svolto dal GALATI RANDO per
conto della criminalità organizzata tortoriciana veniva ribadito dal
collaboratore PEZZINO Nicolò, il
quale precisava come il proposto fosse sfuggito, nel 1991, ad un attentato dove
era rimasto ucciso, invece, un giovane che gli somigliava. Secondo altro
collaboratore di giustizia, CIPRIANO
Giuseppe, l’omicidio non concretizzatosi del GALATI RANDO Vincenzo era
stato disposto dal clan dei BONTEMPO, i
cui capi avevano deciso
l’eliminazione del predetto, in
quanto esponente assai importante del clan contrapposto, capeggiato da “Ninu
u’ssuntu” ed esattore delle tangenti estorte ai vari imprenditori.
Negli
anni successivi, il GALATI RANDO è risultato coinvolto anche nella gestione del
giro di prostituzione in tre frequentatissimi night club, quali il “Dubai
Night Club” di Caronia e
il “Dolce Vita” ed il “Deja Vu” di Torrenova. Celandosi
dietro le apparenze di circoli
privati no profit, i titolari dei
locali reclutavano donne, sia italiane che dell’est europeo. Nella successiva “operazione Pecunia”, il GALATI RANDO Vincenzo veniva coinvolto, in concorso con
altri soggetti, in un giro di prestiti a tassi usurari.
Da ultimo, anche altri collaboratori di giustizia, all’epoca gravitanti
nell’organizzazione mafiosa dei “Batanesi”,
hanno confermato il ruolo rivestito dal GALATI RANDO Vincenzo: BARBAGIOVANNI
Carmelo lo individua quale soggetto di Rocca di Caprileone che gestiva
un’impresa edile e favoriva i Batanesi,
mentre il collaboratore MARINO GAMMAZZA Giuseppe, pur non riconoscendolo
quale appartenente all’associazione mafiosa di riferimento, lo individua quale
persona che segnalava i cantieri da sottoporre successivamente ad estorsione.
L’attività
di indagine economico finanziaria espletata dagli specialisti della D.I.A. ha
consentito di appurare come il GALATI RANDO Vincenzo sia riuscito nel tempo ad incrementare
il suo patrimonio attraverso il reimpiego di profitti illeciti verosimilmente
provenienti dai fatti penali, per taluni dei quali lo stesso è stato già condannato,
pur non avendo redditi ufficiali proporzionati. L’attività di indagine oggi è
culminata con il sequestro della villa, sita in Torrenova e delle disponibilità
finanziarie riconducibili al GALATI RANDO Vincenzo.