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Palermo: duro colpo alla mafia nigeriana, 11 arresti

 

operazione Reggio EmiliaCon l’operazione “Showdown”, questa mattina la Polizia di Stato di Palermo ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione di tipo mafioso, lesioni gravi, sfruttamento della prostituzione e spaccio di stupefacenti, nei confronti di 8 persone, mentre altre 3 sono ancora ricercate, appartenenti ai Vikings del capoluogo siciliano.

Negli anni passati, a seguito delle operazioni “Black Axe” e “No Fly Zone”, la Squadra mobile aveva scoperto l’esistenza di un altro secret cult denominato “Viking”, con una cellula operativa anche a Palermo.

La successiva operazione denominata “Disconnection Zone” del luglio 2019 consentì il fermo di 13 suoi componenti di vertice, così da scardinare la struttura dei Vikings o “Supreme Vikings Confraternity”, ai cui membri era stato contestato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.

I Vikings costituiscono un sodalizio criminale nato in Nigeria, poi diffusosi in diversi stati europei ed extraeuropei, caratterizzato dall’avere una struttura gerarchicamente organizzata e ramificata su tutto il territorio nazionale, con una forte capacità intimidatoria.

L’associazione criminale è prevalentemente dedita alla commissione di delitti contro la persona, soprattutto in occasione di scontri con i cult rivali per il controllo del territorio e la supremazia all’interno della comunità nigeriana, delitti in materia di stupefacenti e contro il patrimonio.

Scopo delle attività delittuose della compagine criminale è rendere più forte l’associazione, sia nei confronti degli associati che nei confronti della comunità nigeriana e degli altri gruppi criminali nigeriani.

Gli arresti di oggi hanno dato un duro colpo al gruppo dei Vikings palermitani in quanto nella rete dei poliziotti è finito anche il loro capo. Importante è stato anche l’arresto di due persone non affiliate al gruppo con un ruolo importante per il cult: uno è responsabile delle condotte violente e l’altro metteva a disposizione il proprio locale di ristorazione, nel cuore del quartiere rionale di “Ballarò”, per lo svolgimento di riunioni riservate ai soli appartenenti al sodalizio.

Ed è proprio all’interno del ristorante che è stata commessa una violenta aggressione nei confronti di un connazionale colpevole di non essersi voluto affiliare al cult.          

Durante le indagini, svolte anche grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, gli investigatori sono riusciti a dimostrare anche la presenza di numerose case di prostituzione nel centro storico di Palermo e di stranieri che si occupavano dello spaccio al dettaglio di eroina e cocaina.

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