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Traffico illecito di rifiuti - Eseguite 17 misure cautelari personali

Comando Provinciale Napoli

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale partenopeo, che ha disposto l’applicazione di 17 misure cautelari personali nei confronti degli appartenenti ad un’organizzazione delinquenziale, operante nell’hinterland napoletano e casertano, dedita alla realizzazione di un ingente traffico illecito di rifiuti speciali (indumenti usati, accessori per abbigliamento, pezzami da lavorazione e scarti tessili).
I provvedimenti restrittivi della libertà personale costituiscono l’esito di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica - D.D.A. di Napoli condotta dai finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata, che ha preso le mosse da un sequestro, eseguito nel comune di Pompei nel gennaio 2018, di 13 capannoni nei quali erano illecitamente ammassate 6 mila tonnellate di rifiuti speciali.
Le Fiamme Gialle sono poi riuscite a ricostruire un rilevante quadro indiziario dal quale è emersa la sussistenza di una sistematica raccolta e movimentazione di rifiuti provenienti da aziende operanti nel commercio al dettaglio e all’ingrosso di tessuti o abbigliamento nonché nel settore del relativo trattamento e smaltimento di tali prodotti.
Queste ultime imprese, terminato il ciclo di trasformazione, trovavano oltremodo più conveniente liberarsi in maniera illegale dei rifiuti prodotti, sottraendosi - in termini di autorizzazioni e tracciabilità - alle più onerose procedure previste dalla normativa ambientale di settore, lucrando enormi profitti derivanti dal risparmio sulle spese che avrebbero dovuto sostenere.
In dettaglio, le oltre 12 mila tonnellate di rifiuti speciali di cui i finanzieri sono riusciti a ricostruire il trasporto venivano stoccate illecitamente, anche grazie al fattivo coinvolgimento di taluni autotrasportatori,  in enormi capannoni - ubicati nei comuni di Napoli, Melito di Napoli, Boscotrecase, Terzigno, Pompei e Castellammare di Stabia - presi in affitto da ignari proprietari (ai quali il sodalizio talvolta non corrispondeva neppure il pattuito canone di locazione) e che, una volta completamente riempiti, venivano abbandonati.
E ciò, con il concreto rischio di cagionare un disastro ambientale di vaste proporzioni, oltre che provocare allarme sociale e attentare alla salute dei cittadini, se si pensa alle nefaste conseguenze derivanti in caso di incendio.
Sono in corso altresì numerose perquisizioni nei confronti degli indagati e sequestri di ulteriori depositi utilizzati dalla consorteria criminale per accatastare e lasciare in stato di totale abbandono i rifiuti speciali creando delle vere e proprie bombe ecologiche.

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