(AGI) - Napoli, 26 dic. - Un arresto e un divieto di dimora sono stati emessi dal gip di Napoli dopo indagini ed eseguiti tre Aversa e Teverola dai carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa nei confronti di due appartenenti al clan dei Casalesi, gruppo Di Tella, legato agli Schiavone. Le indagini, condotte con metodi tradizionali dopo dichiarazioni delle vittime hanno permesso di acquisire gravi elementi indiziari a carico degli indagati, ritenuti dal gip responsabili di un tentativo di estorsione, commesso a novembre scorso ai danni dei titolari di un'impresa edile con un cantiere a Teverola. ll reato e' nella forma aggravata dal metodo mafioso dato che uno degli indagati, Antonio Barbaro, destinatario della misura in carcere, ha intimato agli imprenditori di "mettersi a posto". Barbato e' una persona nota a Teverola per i suoi trascorsi criminali, ed e' stato gia' condannato due volte nel 2010 e 2015 con sentenze definitive per estorsioni commesse anche con l'uso di armi, nonche' per partecipazione all'associazione di tipo mafioso, e uscito dal carcere il 14 aprile scorso. Pochi mesi dopo essere tornato libero, secondo l'accusa ha ripreso a commettere estorsioni. Carmine Lucca, invece, ritenuto suo complice, e' destinatario di un divieto di dimora nelle province di Napoli, Caserta e Latina. (AGI)Red
Comando Provinciale di Reggio Emilia - Reggio Emilia , 21/11/2025 13:42 Nonostante i continui inviti a diffidare dagli estranei ad opera dei carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia - che al riguardo hanno anche più volte ricordato i consigli della campagna antitruffa “Non aprite quella porta” – non si fermano i truffatori che con pretestuose richieste o controlli raggirano e derubano gli anziani dei loro averi. Proprio questo è accaduto il 20 novembre scorso a Reggiolo, quando due uomini intorno alle 13:00 circa, suonavano al citofono di casa di un’anziana 81enne, e qualificandosi come operatori sanitari, riferivano all’anziana donna che le avrebbero dovuto effettuare una visita domiciliare. I due falsi operatori sanitari dunque, avuto accesso all’abitazione, con artifizi e raggiri, si impossessavano di due collanine in oro di grande valore affettivo, custodite su un mobile della cucina, e successivamente si dileguavano immediatamente. L’anziana d...
