Roma, 19 marzo 2019 – «Acquisiremo gli atti relativi al sequestro e approfondiremo il caso. Il capannone di Asigliano Veneto stava probabilmente per essere dato alle fiamme, come quello che solo pochi giorni fa è stato incendiato nella zona sud di Milano. La Commissione Ecomafie, che di incendi negli impianti di trattamento e stoccaggio rifiuti si era già occupata la scorsa legislatura, prosegue anche in questa il suo lavoro di inchiesta sui roghi». Lo dichiara il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli in merito al sequestro, effettuato questa mattina dagli uomini della Guardia di Finanza in provincia di Vicenza, di un capannone con circa 900 tonnellate di rifiuti speciali stipati all’interno.
«Il Nord, che già dalla precedente relazione della Commissione risultava l'area col maggior numero di roghi, si conferma la nuova Terra dei fuochi, con i rifiuti in arrivo dal sud Italia. La dinamica dell'inversione dei flussi, ora da Sud verso Nord, era stata fotografata nell'estate 2017 da un'inchiesta di Noe di Milano e Procura di Brescia, e risulta ancora pienamente in atto: non a caso, anche nel capannone sequestrato c'erano rifiuti provenienti dalla Campania», prosegue il presidente Vignaroli. «Inquietanti le connessioni con la criminalità organizzata che si stanno ipotizzando: secondo quanto riportato da alcune agenzie, i rifiuti trovati nel capannone erano gestiti probabilmente dalla camorra, mentre la Dda di Milano, nell'ambito dell'operazione che ha portato agli arresti di fine febbraio per l'incendio di via Chiasserini, ha evidenziato relazioni pericolose di alcuni soggetti con la 'ndrangheta. Gli spunti di indagine, insomma, non mancano. La Commissione prosegue il suo lavoro di inchiesta con gli occhi ben aperti», conclude il presidente Vignaroli.