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COSA NOSTRA ORGANIZZA IL DOPO RIINA MA LO STATO COLPISCE IN TEMPO. RIFLETTIAMOCI SOPRA di Giuseppe Lumia



Un bel colpo a vantaggio dello Stato. Un’operazione Antimafia che lascia il segno... I Carabinieri del Nucleo Di Palermo e la DDA hanno fatto un ottimo lavoro spostandosi un po’ di più verso quella che chiamo “L'Antimafia del Giorno Prima”.

In sostanza la Cupola di Cosa Nostra si ricostruisce e gestisce, senza colpo ferire, il dopo Riina. Non si è perso tempo. Capo della Nuova Commissione Provinciale è il boss Settimo Mineo, a suo fianco i boss, anch’essi fine pena, Gregorio Di Giovanni, Filippo Salvatore Bisconti e Francesco Colletti...  La rete mafiosa colpita è molto vasta e ben radicata. Non mancano naturalmente le collusioni e i collegamenti.

Riflettiamo un po’ su alcuni punti cardini che emergono anche da questa importantissima operazione Antimafia.

1) I fine pena. Sono loro i boss che stanno riprendendo i ruoli di guida della mafia,  una volta che hanno scontato le varie condanne. Abbiamo fatto bene, pertanto,  in questi ultimi anni a sostenerne il continuo monitoraggio e soprattutto è stata  avveduta la scelta -  per quanto esposta a rischi di ritorsione -   di aumentare in Parlamento le pene per i reati di mafia  e di aver difeso anche strenuamente il tanto vituperato 41 bis. Mappare i fine pena, controllarne  i movimenti e capire i volti e le reti degli insospettabili che man mano implementano  la vita dell’organizzazione mafiosa è un lavoro che deve continuare, anche se faticoso, visto che si tratta dì centinaia di casi per spostare così decisamente l’asse della lotta alle mafie sulla più qualificata e vincente “Antimafia del Giorno Prima”....

2) L’organizzazione mafiosa. Va compreso meglio che essa  rimane il pilastro fondamentale di Cosa Nostra. Con la morte di Provenzano prima e di
Riina dopo non si sono registrati crisi e cedimenti. Mentre tutte le appartenenze sociali e politiche Democratiche si caratterizzano per la asfittica e limitata dimensione effimera dell’immagine delI’”IO” di turno la mafia no, tiene un profilo forte di identità e di strutturazione, di arcaicità interna e di innovazione esterna. Ecco perché è necessario mantenere e rafforzare, come abbiamo fatto con la riforma del Codice Antimafia,  la legislazione che interviene contro i pilastri dell’organizzazione mafiosa, con il criterio guida del cosiddetto “Doppio Binario” (dal 416 bis alle interdittive antimafia, dal 41 bis alle misure di prevenzione patrimoniale, dal 416 ter alle misure Anticorruzione...). Ma rimane  ancora in piedi la necessità di riflettere anche, sul versante del comune sentire,   sul piano culturale per riprendere, rinnovare e rilanciare  la partecipazione e l’impegno ideale e civile intorno alle formazioni sociali del “NOI”...

3)Le relazioni. Si registrano anche in questa operazione le costanti logiche collusive. Addirittura si continuano  a cercare i boss per regolare potenziali conflitti e proiettarsi negli affari... Troppa  “voglia di mafia” scorre ancora nelle vene di operatori economici ed istituzionali. Ecco perché è necessario non abbassare la guardia e smetterla con l’apparente neutralità di collocarsi né con lo Stato né con la mafia. Alla fine non è altro che un bel regalo alle mafie e alle sue dinamiche e raffinate strategie di mascariamenti e delegittimazione. Così come dobbiamo smetterla con tutta una serie di devastanti luoghi comuni smascherati nel recentissimo 25° Vertice antimafia di cui al link
https://antoninocaponnetto.blogspot.com/2018/12/il-25-vertice-il-vertice-degli-sbirri.html

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