(AGI)- Matera, 16 gen. - Costretti a lavorare come schiavi, a poco piu' di tre euro l'ora nei campi del Materano. Le vittime, quasi tutti rumeni, venivano contattate anche attraverso i social network per poi essere impiegate, una volta in Italia, in una realta' fatta di duro lavoro, anche 14 ore al giorno, minacce ed intimidazioni. E' lo scenario che emerge dall'inchiesta della Procura di Matera che ha portato all'emissione di 14 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone. Dell'organizzazione criminale facevano parte anche alcuni titolari e gestori di aziende operanti nel settore ortofrutticolo, nonche' un impiegato dell'Ufficio Anagrafe del Comune di Scanzano Jonico (Matera) e due sindacalisti di un patronato di Marconia di Pisticci (Matera), tutti raggiunti da misure cautelari. Degli indagati, 11 sono finiti in carcere, uno agli arresti domiciliari, uno e' destinatario di un provvedimento di obbligo di dimora e uno di quello di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere finalizzata all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (caporalato) con carattere della transnazionalita', estorsione, violenza privata, uso indebito di carte di credito, corruzione. Le indagini, partite dalla denuncia presentata nel maggio scorso alla Compagnia Carabinieri di Policoro (Matera) da un cittadino rumeno per sfruttamento illecito del lavoro, sono state svolte dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Policoro e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Matera e Potenza, che nello stesso mese di maggio 2018 hanno effettuato quattro fermi di indiziato di delitto di cittadini rumeni. (AGI) Pz1/Lil
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...