La mafia italiana da sempre ha avuto una storia legata a doppio filo con quella americana. L’organizzazione mafiosa sviluppatasi negli Stati Uniti è stata, per molti versi, quasi mitizzata da film di enorme successo, primo fra tutti “Il padrino”, che ne hanno dato un’immagine edulcorata, dipingendoci la vita criminale di Don Vito Corleone, quasi come se questi fosse l’eroe di un poema cavalleresco. Il fenomeno mafioso in America è nato agli inizi del Novecento grazie alle prime emigrazioni di massa, durante la stagione in cui qui da noi era al potere Giovanni Giolitti, che in quanto a malavita non scherzava.
Gli italiani sbarcati a New York, dall’inizio del Novecento, erano quasi tutti meridionali e con un’alta percentuale di siciliani e di napoletani; questi ultimi, ovviamente, conoscevano la Camorra e la Mafia come forme organizzative e si trovarono ad affrontare la nuova realtà in una condizione di svantaggio rispetto agli “indigeni”. Erano isolati e malvisti, soprattutto dagli irlandesi, con i quali, infatti, gli scontri a fuoco non si contarono.
Questi emigranti che avevano sognato “la ‘Merica” (cosi loro la chiamavano), arrivati a terra, si ritrovarono per molti anni quasi segregati in un ghetto chiamato “little Italy” dove in una condizione di povertà, d’inesistenti condizioni igieniche e di sovrappopolazione era fatale che la delinquenza prosperasse.
I protettori della prostituzione, i ladri, i rapinatori, presto si riunirono in bande, cosi si formarono le prime cosche di camorristi e mafiosi che riproducevano le analoghe organizzazioni che avevano visto prosperare in Italia. Il primo padrino fu Don Vito Cascio Ferro di New York ritenuto dagli storici l’artefice dell’adattamento dei metodi mafiosi in territorio americano, da questo primo boss della mafia americana Mario Puzo ha fatto discendere il suo Don Vito Corleone protagonista del “Padrino”.
Se Cascio Ferro fu il capo spirituale e teorico dell’Onorata Società, il boss che creò una vasta rete di collegamento fra le varie cosche operanti fu Don Giuseppe Morello a capo di una famiglia, che era quella classica siciliana, cosi come appare anche nel racconto di Puzo: padrino, luogotenente, capo regime, consigliere, picciotti per finire con gli immancabili “amici degli amici” stipendiati e infiltrati nei luoghi del potere istituzionale dai giudici ai politici. Questi boss che vissero agli albori del XX secolo trafficavano già in droga anche se non in quantità industriale; appare quindi evidente come sia falsa la storia di Padrini che si opponevano al traffico dei narcotici, frutto solo dell’invenzione romanzesca di Mario Puzo. La mafia americana è nata ai margini del mondo industriale e non di quello agricolo, come in Italia, ha cambiato boss, di solito finiti in agguati tesi da altri boss più potenti, ma è rimasta sempre la stessa nella sua rigida scala gerarchica e di valori e nella sua spietata organizzazione.
Cosa Nostra negli USA non è stata ancora superata dalle altre organizzazioni malavitose, nonostante i progressi della Triade cinese, negli States ci sono circa 25 famiglie mafiose alcune dipendenti anche dalla cupola siciliana. Senza dubbio le famiglie più potenti sono quelle che si sono spartite il controllo degli illeciti di New York. Si tratta di cinque famiglie che portano ancora i nomi dei loro storici fondatori e sono: Gambino, Bonanno, Colombo, Genovese e Lucchese.
La famiglia Gambino è quella più numerosa di New York con oltre 200 affiliati oltre ad estorsione e a riciclaggio di denaro sporco, detiene il controllo di alcuni sindacati, in particolare dell’International Longshoreman’s Association.
La famiglia Bonanno, insieme ai Gambino ha avuto in passato contatti con Cosa Nostra siciliana. Quella dei Bonanno è la cosca mafiosa più piccola che opera a New York è le sue attività principali vanno dall’ estorsione al gioco d’azzardo, dal racket del lavoro ai furti, dalla ricettazione al traffico della droga.
La famiglia Colombo conta circa un centinaio di membri e ha avuto come membro di spicco Joe Colombo. Questa famiglia risulta pesantemente coinvolta nel racket collegato all’industria delle costruzioni.
La famiglia Genovese con un enorme numero di affiliati ha contatti in tutto il Paese, ma la sua influenza si concentra nell’area metropolitana di New York. È coinvolta nelle tradizionali attività di racket quale l’usura e l’estorsione.
La famiglia Lucchese malgrado le decimazioni subite, è coinvolta nel racket del lavoro e nel traffico di stupefacenti a New York. Non meno importanti sono le famiglie Bufalino di Pittston in Pennsylvenia e De Cavalcante nel New Jersey che hanno anche un legame con le su citate 5 grandi famiglie Newyorkesi.
La famiglia conosciuta con il nome di “Compagnia” o “Ghenga”, attiva fin dai tempi di Al Capone controlla la città di Chicago alle origini della sua formazione ha avuto legami con Palermo che sono andati diradandosi con il tempo.