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SARDEGNA - DIA 1° SEM. 2018

La regione è caratterizzata da manifestazioni delinquenziali di matrice autoctona che sono estranee, in ordine al metodo usato e alle finalità perseguite, al pervasivo controllo del territorio tipico dei sodalizi mafiosi tradizionali. In relazione a questi ultimi, nel semestre di riferimento, non si registrano operazioni di natura preventiva o di polizia giudiziaria. I sodalizi locali hanno, da diverso tempo, abbandonato il settore dei sequestri di persona a scopo di estorsione, dirottando i propri interessi verso forme criminali più redditizie, quali il traffico di sostanze stupefacenti e le rapine, anche con assalti ai furgoni portavalori. Quest'ultimo fenomeno criminale, ancorché non correlato ali' azione di consorterie di tipo mafioso, deve essere oggetto di costante attenzione info-investigativa, per le modalità d'azione particolarmente violente e rischiose per l'incolumità delle persone e perché presuppone l'approvvigionamento di armi ed esplosivi ad alta potenzialità offensiva. Nel capoluogo, come nelle altre province della Sardegna, non si riscontra la radicata presenza di sodalizi riconducibili alla criminalità di tipo mafioso. Tuttavia, è indubbio che i relativi interessi criminali si siano già affacciati sull'isola, sia stringendo legami con bande locali dedite al traffico di stupefacenti e di armi, sia attraverso dei prestanome per mezzo dei quali acquisire il controllo di beni immobili nelle località turistiche costiere, che per poter riciclare proventi illeciti. Al riguardo, pregresse attività di indagine hanno documentato sia che esponenti della cosca reggina dei MORABITO fornivano stupefacenti ad un sodalizio autoctono, sia l'operatività del locale di Laureana di Borrello rappresentata dalle famiglie reggine FERRENTINO-CHINDAMO e LAMARI. Altre indagini hanno, inoltre, evidenziato investimenti di capitali illeciti da parte di organizzazioni campane nel settore turistico-alberghiero, con la complicità di amministratori pubblici.
Le commesse pubbliche previste per gli importanti lavori di ammodernamento della rete viaria e per la messa in sicurezza del territorio hanno imposto l'adozione di particolari cautele finalizzate ad intercettare l'interesse di imprenditori collegati alla criminalità organizzata. In passato, precisamente nel 2015, l'attività di prevenzione disposta dal Prefetto di Sassari ha consentito di accertare, presso i cantieri dei lavori di adeguamento di un importante asse viario, la presenza di imprese catanesi, affidatarie di lavori pubblici, oggetto di interdittive antimafia da parte della Prefettura di Catania. Sempre a Sassari nel gennaio 2018 è stato arrestato un avvocato di Aversa, condannato a 11 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso dalla Corte d'Assise d'Appello di Napoli927 e latitante dal dicembre 2017. Il reato per il quale era stato condannato si riferiva ai rapporti, non solo professionali, intrattenuti con i vertici dei clan AVERSANO e MARRAZZO. Tra gli episodi contestati al penalista, l'aver agevolato l'evasione del capo del clan MARRAZZO dalla casa di reclusione di Isili (CA), a maggio 2008. La criminalità organizzata pugliese e lucana, invece, seppur in assenza di evidenti segnali di infiltrazione criminale nel tessuto regionale, emerge nell'ambito della complessa indagine '"Ndrangames" che ha colpito l'operatività del clan potentino MARTORANO-STEFANUTTI, individuandone le connessioni operative con la 'ndrangheta del crotonese nel settore del gioco illegale. A seguito dell'attività investigativa è stato disposto il sequestro preventivo delle apparecchiature elettroniche installate da società riconducibili agli indagati presso nove esercizi pubblici delle province di Cagliari, Nuoro, Sassari e nell'allora esistente Olbia-Tempio. Una particolare attenzione deve poi essere posta al settore delle energie rinnovabili, nello specifico agli impianti per la produzione dell'energia eolica, che richiedono investimenti particolarmente significativi e, proprio per questo, si prestano al riciclaggio di capitali di origine illecita, consentendo inoltre di accedere a finanziamenti pubblici nazionali o comunitari per il settore.
Nei quartieri periferici di Cagliari e Sassari sono presenti sodalizi criminali, anche stranieri, che hanno realizzato basi logistiche per il traffico degli stupefacenti. Tale attività è stata agevolata anche creando collegamenti tra la criminalità sarda e le organizzazioni allogene: albanesi929, nigeriane e colombiane; per l'approvvigionamento di hashish, invece, si sono stretti accordi con soggetti di etnia marocchina. Tra le menzionate organizzazioni straniere, quella dei nigeriani starebbe assumendo posizioni sempre più radicate sul territorio, arrivando a controllare importanti traffici internazionali di droga e la tratta di esseri umani, specialmente di donne da avviare alla prostituzione. Il compimento di atti intimidatori, (minacce, danneggiamenti, esplosioni di colpi d'arma da fuoco, incendi) che hanno visto come vittime anche amministratori pubblici, appartenenti alle Forze di polizia, commercianti e imprenditori, non è da collegare ad una matrice criminale organizzata e, nella maggioranza dei casi, neanche a dinamiche criminali finalizzate a richieste estorsive o ad ottenere il controllo di un territorio attraverso l'assoggettamento della popolazione. Tali eventi sono da ascrivere principalmente ad una tipicità propria dell'Isola; spesso sono episodi originati da conflitti familiari, o comunque da controversie di carattere privato, e tale modalità di risoluzione è da ricondurre ad antichi retaggi culturali, risalenti al c.d. "codice barbaricino"· È in ogni caso attentamente monitorato il fenomeno delle intimidazioni ai danni di pubblici amministratori e a rappresentanti delle istituzioni, che ha interessato in special modo la provincia di Nuoro. Anche in questi casi il movente di tali atti è comunque riconducibile, nella maggior parte dei casi, a questioni di natura personale di modesto rilievo, circoscritte all'ambito locale, con la finalità di forzare le scelte degli amministratori o di vendicarsi per presunti torti subiti.
Il grafico che segue evidenzia i reati sintomatici di criminalità organizzata registrati in Sardegna nel primo semestre del 2018: 

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