Cinque nigeriani, tra cui tre donne, sono stai arrestati dalla Squadra mobile di Catania con l'accusa di avere gestito una tratta di esseri umani tra il loro Paese, la Libia e l'Italia. Sono accusati di tratta di persone pluriaggravata, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Tra le vittime, giunte in Sicilia a bordo dei barconi, vi erano in particolare numerosi minori e donne destinate a prostituirsi.
L’operazione è stata denominata “Route 385” proprio per il fatto che gli aguzzini avevano il controllo delle postazioni lavorative delle prostitute in un preciso tratto della Statale 385 e amministravano queste postazioni concedendole alle prostitute in cambio di un corrispettivo mensile di 100 euro.
L'indagine prende il via dalle dichiarazioni di una minorenne nigeriana arrivata in Italia dopo essere stata reclutata nel suo Paese, che ha trovato il coraggio di ribellarsi e denunciare i trafficanti.
Dal dettagliato racconto della giovane è emerso che due sorelle nigeriane, ormai residenti in Italia da diversi anni, avevano avviato una fiorente attività economica nel settore della tratta di esseri umani.
Le due donne, grazie a complici in Nigeria e Libia, reclutavano giovani connazionali nel Paese di origine e le costringevano a prostituirsi anche sotto la minaccia di riti vodoo.
Il racconto della minorenne nigeriana e di altre sue giovani connazionali costrette a prostituirsi per strada, ha consentito ai poliziotti di ricostruire i dettagli della tratta e di individuare i componenti dell'organizzazione.
Comando Provinciale di Lucca - Vagli Sotto (LU), 14/08/2024 10:44 Tutto è partito da una denuncia presentata la fine dello scorso anno presso il comando Stazione Carabinieri di Camporgiano dal competente ufficio ENEL Distribuzione s.p.a. che aveva lamentato nel comune di Vagli Sotto, la sottrazione di 15 chilometri del prezioso conduttore in rame che componeva la linea elettrica in alta tensione denominata “Gorfigliano”, al momento inoperante, che si dilunga parallelamente alla Strada Provinciale 50. Da quel momento erano partite le indagini dei militari che hanno dovuto eseguire minuziosi accertamenti, resi più complicati dal fatto che il furto, probabilmente consumatosi in momenti diversi, era avvenuto diverso tempo prima rispetto alla presentazione della denuncia. Dai sopralluoghi era emerso che i presunti autori avevano di fatto sfilato i cavi, del peso di circa 10 tonnellate e valore commerciale aggirante sui 40.000 euro, caricandoli poi su un camion della società per la qua...